La SS. Vergine promessa fin dal principio del mondo
La dignità di Madre di Dio, alla quale è stata innalzata la santissima Vergine Maria, è sì eccelsa, sovrumana, e divina, e porta con sé un complesso di tanti pregi e di sì sublimi prerogative, e un cumulo di celesti doni, e d'incomparabili virtù così immenso, che avendo essa, al dire di san Tommaso, qualche cosa dell’infinito, non v'è mente umana che possa giungere a comprenderne neppure la minor parte, e molto meno non v'è lingua che sia valevole a degnamente parlarne. Quindi, ecco che la medesima santa Chiesa si dichiara di non sapere con quali degne lodi encomiarla; e il grande san Bernardo professa che nessuna impresa gli sembrava così ardua come il tessere elogi alla gloriosa Madre di Dio, e l'appagare in questa parte la devozione di tutti i fedeli.
“Nessuna cosa - dice egli - più mi diletta, che il parlare della Vergine Madre di Dio, ma nessuna cosa parimenti più di questa mi atterrisce. Perché, per non dir nulla dei suoi meriti, i quali sono ineffabili, e delle sue prerogative del tutto singolari, tanta è la devozione, e sì grande è l'amore con cui tutti i fedeli meritatamente l'onorano, la rispettano, la invocano, e le si raccomandano, che sebbene ognuno fa a gara di parlare di lei, nondimeno tutto ciò che se ne dice, non corrisponde all'aspettazione loro, né riesce a sufficienza gradito; perché sempre, è vero, che s'è tentato di spiegare quel ch'è indicibile, s'è procurato di dare ad intendere quel ch'è incomprensibile”.
La santissima Vergine fu sino dai principio del mondo promessa al nostro primo padre Adamo, e nella persona sua a tutti i suoi discendenti. Appena egli ebbe, con la superba trasgressione del divino comandamento di non mangiare del frutto dell'albero della scienza del bene e del male, recata a se
medesimo e a tutta la sua posterità la morte dell'anima, con tutti quegli altri innumerabili mali sotto i quali per giustissimo giudizio di Dio geme aggravato il genere umano, il Signore, intimandogli la meritata pena e annunziandogli al tempo stesso il rimedio preparatogli dalla sua infinita misericordia, disse al serpente, o piuttosto al demonio che del serpente s'era servito come strumento per indurre Eva alla prevaricazione: “Io metterò inimicizia fra te e la donna, fra la tua posterità e la sua: Ella schiaccerà il tuo capo, e tu la insidierai, cioè cercherai occultamente di morderle il calcagno”.
Ora, “quale altra è quella donna - dice san Bernardo - della quale parla in questo luogo il Signore, se non la santissima Vergine? E se ancora tu dubiti, ch'Egli non abbia parlato di Lei, poni mente a quelle parole: Ella schiaccerà il tuo capo. A qual altra donna, fuorché a Maria, era riserbata questa vittoria? Ella senza dubbio schiacciò il velenoso capo; avendo rese del tutto inutili e vane, e avendo come annichilite tutte le suggestioni dal maligno suscitate sì per mezzo del solletico della carne, sì per via della superbia e dell'orgoglio della mente”.
Dice altrove il medesimo Santo: “Sì, Maria è quella donna promessa una volta da Dio, la quale avrebbe colla virtù del suo piede schiacciato il capo dell’antico serpente, e al calcagno della quale egli avrebbe per mezzo di molte e diverse astuzie tramate insidie, ma sempre invano”.
Poiché per mezzo del suo divino Figliuolo sarebbero state debellate le podestà infernali. Come appunto, parlando della vittoria, che sul demonio avrebbe riportata la beatissima Vergine, spiega il gran Pontefice san Leone con le seguenti parole: “Promise l'onnipotente e misericordioso Iddio sino dal principio del Mondo per riparazione dei danni recatici dall'invidioso demonio, che sarebbe venuta quella donna, il cui seme, cioè il cui figliuolo, avrebbe colla sua virtù stritolato il superbo capo del velenoso serpente. Questi è Cristo Signor nostro, Dio insieme ed uomo, che nascendo dalla Vergine (la quale è quella donna da Dio promessa) avrebbe col suo immacolato e incorrotto nascimento condannato il demonio violatore dell'umana generazione”.
Con questa promessa dunque della gran Vergine e del Salvatore del Mondo, che da lei doveva nascere nella pienezza dei tempi, si degnò il misericordiosissimo Dio di porger rimedio ai gravissimi mali che avevano cagionati al genere umano i nostri progenitori Adamo ed Eva.
Ora così come Gesù Cristo, come insegna san Paolo, è il secondo Adamo, per i cui meriti riceviamo la vita dell'anima, della quale ci aveva privati il primo Adamo; così i santi Padri riconoscono in Maria Santissima una seconda Eva, anzi una vera Eva, cioè madre dei viventi, la quale colla sua fede ed ubbidienza concependo per virtù dello Spirito Santo e dando al Mondo il Figlio di Dio, ha riparati i danni che la prima Eva, colla sua infedeltà e disubbidienza al comandamento di Dio, aveva recati a tutto il genere umano.
“Eva disubbidiente - dice san Ireneo - fu a se medesima, e a tutto l'umano genere cagione di morte; la Vergine, ubbidendo a Dio, diviene a se stessa e a tutto il Mondo causa di salute . Come Eva prestando fede alle parole del serpente si lasciò sedurre, e trasgredendo il comandamento fattole abbandonò Iddio e a Lui si ribellò; così Maria credendo alle parole dell'Angelo che le annunziò il dovere di portare nel suo seno il divin Verbo, ubbidì alla parola di Dio, e perciò Maria Vergine divenne l'Avvocata diEva e di tutti i suoi posteri; cosicché il genere umano, assoggettato da Eva alla morte, ne è liberato per mezzo di Maria; e il nodo della disubbidienza fatto da Eva, è sciolto dall'ubbidienza di Maria. Perciò, ciò che fu legato da Eva, colla sua incredulità, è sciolto da Maria Vergine colla sua Fede”.
Ai sentimenti di questo gran Padre, che fiorì nel secondo secolo della Chiesa, si uniforma san Epifanio. “Per mezzo di Eva - dice egli - è entrata la morte nel Mondo; e per mezzo di Maria è stata a noi generata la vita, essendo nato da lei il Figliuolo di Dio: e dove abbondò il peccato, ha sovrabbondato la grazia; e donde ci è venuta la morte, di là ci è venuta parimente la vita; poiché quegli, che per mezzo d'una donna (cioè di Maria) si è fatto nostra vita, ha distrutta la morte, che da una donna (cioè da Eva) ci era stata data”.
Del che ragionando anche sant'Agostino dice: “Una femmina porse il veleno all'uomo per la sua rovina, e una femmina sia quella, che porga all'uomo la salute per la sua riparazione. Compensi una donna, col generare Cristo, il peccato dell'uomo, che da una donna era stato ingannato. Cadde l'uomo per mezzo d'una donna; e per mezzo d'una donna è stato riparato l'uomo, perché la Vergine ha partorito Cristo. Da una femmina è venuta la morte, e da una femmina la vita”.
P. Carlo Massini