Domenica IV dopo Pasqua
S. Vangelo sec. Giovanni (16, 5-14)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: Vado a colui che mi ha mandato, e nessuno di voi mi domanda: Dove vai tu? Ma perché vi ho dette queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico il vero: è spediente per voi che io me ne vada: perché se io non me ne vo, non verrà a voi il Paraclito: ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E venendo egli, convincerà il mondo riguardo al peccato, riguardo alla giustizia e riguardo al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché io vo al Padre, e non mi vedrete più. Riguardo al giudizio poi, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi: ma non ne siete capaci adesso. Venuto però che sia quello Spirito di verità, vi insegnerà tutte le verità. Egli, infatti, non vi parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito; v'annunzierà quello che ha da venire, e mi glorificherà, perché vi annunzierà ciò che riceverà da me.
ANALISI - dagli scritti di P. Marco M. Sales
Dopo aver cenato con i suoi discepoli nel doloroso giorno del giovedì santo, Gesù li ammaestra riguardo ciò che avverrà dopo la sua morte. Gesù ha predetto anche le persecuzioni che dovranno subire i suoi discepoli da parte specialmente dei loro stessi connazionali. Gesù poi torna a consolare i discepoli.
Se mi amaste vi rallegrereste, perché vi ho detto che vado al Padre, ed ora, dopo avervi ripetuto che sto per tornare al Padre, come mai nessuno mi interroga dove vado, e perché vado, e chi sia il Padre? Perché vi ho fatte queste predizioni, vi dimenticate che vado in cielo a preparare un posto per voi, e vi siete lasciati riempire di tristezza. La mia partenza tornerà vantaggiosa non solo a Me, ma anche a voi, perché altrimenti non verrà a voi lo Spirito Santo.
Nei decreti di Dio, era infatti stabilito che lo Spirito Santo non sarebbe disceso sopra gli Apostoli se prima Gesù non avesse riscattato con la sua morte il prezzo della nostra redenzione, e fosse salito al cielo. Gesù poi enumera i vantaggi della venuta dello Spirito Santo. Il mondo si convincerà di essere schiavo del peccato, e crederà che Gesù è giusto e santo, e che il demonio è vinto e condannato.
Per mezzo della predicazione degli Apostoli e dei grandi miracoli da essi operati, lo Spirito Santo convincerà il mondo di peccato, perché, non volendo credere a Gesù Cristo, deve necessariamente rimanere schiavo del peccato sia originale che attuale, non essendo dato agli uomini altro nome fuori di quello di Gesù in cui possano ottenere la remissione dei peccati e la salvezza.
Riguardo alla giustizia, lo Spirito Santo convincerà il mondo della giustizia di Gesù Cristo, facendo vedere, specialmente per il fatto della sua risurrezione e ascensione al cielo, che Egli non fu un impostore, ma fu ed è santo e giusto, e l'unica causa della nostra salvezza. Continua poi Gesù:
Lo Spirito Santo convincerà il mondo quanto al giudizio, facendogli vedere che il demonio principe del mondo è stato giudicato, e quindi condannato, sconfitto e scalzato dal trono per mezzo della mia morte; perciò i suoi seguaci mondani non potranno che aspettarsi la medesima sorte. I loro sforzi per opporsi alla dilatazione del mio regno a nulla varranno, e la battaglia che combattono contro la mia Chiesa terminerà con la loro piena sconfitta.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma non posso completare ora la vostra istruzione, perché non siete capaci di comprendere tutto; sia a motivo della debolezza della vostra mente, sia a causa della tristezza che vi ha riempito il cuore.
Ma quando lo Spirito Santo verrà, compirà l'opera cominciata da Me e vi farà da giuda e maestro. Vi insegnerà tutta la verità di ciò che Io avrei ancora da dirvi, ma che voi ora non capite. Lo Spirito Santo non sarà per voi una fonte di verità senza alcuna relazione con Me, ma anzi, Egli vi comunicherà tutto ciò che Io stesso avrei voluto dirvi.
Gesù parla dello Spirito Santo come un ambasciatore mandato ad istruire gli Apostoli intorno alle verità necessarie per lo stabilimento della sua Chiesa. Perciò Egli non dirà se non quello che Gesù gli avrà detto, come l'ambasciatore non dice se non quello che gli ha detto il re. Affinché gli Apostoli sappiano regolarsi con prudenza e non si scoraggino, Gesù promette loro il dono della profezia. Questa promessa si è compiuta in modo speciale in S. Giovanni, l'autore dell'Apocalisse.
Egli mi glorificherà, facendo conoscere per mezzo di prodigi e di interne illustrazioni la mia divinità agli uomini, e traendoli al mio amore e al mio culto.
Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio e partecipa della stessa natura divina. Se pertanto Egli riceve dal Figlio la natura divina, assieme ad essa riceve anche la sapienza divina, per cui istruirà gli Apostoli e annunzierà loro le cose future. Ora, lo spirito di profezia tornerà a gloria di Gesù Cristo.
COMMENTO
Vado a colui che mi ha mandato, e nessuno di voi mi domanda: Dove vai tu?
La vita della Chiesa nel mondo è un combattimento continuo. A volte si spostano i suoi campi di guerra, a volte cambia la tattica nemica, ma essa, che è cattolica e considera tutto il mondo come suo campo di lotta, può dire di non conoscere la pace. Non dobbiamo scandalizzarci di questa sua condizione mortale, ma attaccarci più fortemente ad essa e combattere insieme con lei per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Gesù Cristo, dopo aver annunciato agli Apostoli le lotte future, esclamò, lamentandosi: Vado a colui che mi ha mandato, e nessuno di voi mi domanda: Dove vai tu? Avrebbe voluto i loro pensieri rivolti verso la Patria eterna, e li vuole in noi, poiché le angustie che soffriamo hanno proprio il fine di allontanarci dalla terra. Non ci confidiamo, perciò, in noi stessi quando vediamo la Chiesa in amarissime prove, ma abbandoniamoci in Dio e pensiamo che tutto passa e ci attende il cielo. Ora subiamo le ingiustizie del mondo, ma poi verrà il Giudizio di Dio e le ingiustizie saranno riparate. Ora tutto è oscuro e tutto appare capovolto in questa oscurità, però, se abbiamo fede in Dio, siamo sicuri del risultato finale della lotta e andiamo avanti con coraggio e con pace. - I quattro Vangeli, don Dolindo Ruotolo
Molte cose ho ancora da dirvi: ma non ne siete capaci adesso.
Lo Spirito Santo che il Signore promise di inviare ai suoi discepoli perché insegnasse loro tutta intera la verità che essi allora, mentre egli parlava, non erano in condizione di sopportare, insegna fin d'ora ai fedeli, nella misura in cui ciascuno è capace di intendere le cose spirituali, e accende nel loro cuore un desiderio di conoscere tanto più vivo quanto più progredisce nella carità, grazie alla quale ama le cose che conosce e desidera conoscere quelle che ignora; quelle però che in qualche modo conosce sa di non conoscerle ancora come solo potranno essere conosciute in quella vita che mai occhio vide, né orecchio udì, né cuor d'uomo poté mai immaginare. E se fin d'ora, in questa vita, il Maestro interiore volesse dircele, cioè rivelarle e manifestarle al nostro spirito in quel modo con cui solo allora potranno essere conosciute, l'umana debolezza non riuscirebbe a sopportare tanto peso. Dove il Signore dice: Ho ancora molte cose da dirvi, ma adesso non siete in condizione di portarle, non dobbiamo immaginare che il Signore abbia voluto nascondere chissà quali arcani segreti, che il maestro può insegnare ma che non saranno mai alla portata del discepolo. Ma se quelle stesse verità religiose della dottrina cristiana che noi apprendiamo e insegniamo normalmente leggendo e scrivendo, ascoltando e parlando, Cristo volesse dircele nel medesimo modo con cui le dice ai santi angeli, direttamente lui, Verbo unigenito del Padre e coeterno al Padre; chi mai sarebbe in grado di accoglierle, fosse pure giunto a quel grado di spiritualità cui non erano ancora pervenuti gli Apostoli, quando il Signore diceva loro queste cose, e a cui pervennero solo in seguito alla venuta dello Spirito Santo? Infatti, qualunque cosa si possa apprendere intorno alla creatura, è sempre inferiore rispetto al Creatore, che è Dio sommo, vero ed immutabile. Ma come si può non parlare di Dio? Chi è che non lo nomina, leggendo o discutendo, domandando o rispondendo, lodandolo ed esaltandolo, in qualsiasi modo se ne parli e perfino bestemmiandolo? E tuttavia, benché tutti parlino di Dio, chi è che lo comprende come deve essere compreso, anche se il suo nome è sempre sulla bocca di tutti e tutti ne sentono parlare? Chi può raggiungerlo con l'acume della sua mente? Chi avrebbe mai saputo che egli è Trinità, se egli stesso non ce lo avesse rivelato? Ed ora tutti parlano di questa Trinità; e tuttavia quale uomo potrà pensare della Trinità come gli angeli? Le medesime cose dunque che di solito, pubblicamente e continuamente, si dicono circa l'eternità, la verità e la santità di Dio, da alcuni vengono intese bene, da altri male, o meglio da alcuni vengono intese e da altri no; poiché chi intende male, non intende. Ma tra quelli stessi che intendono bene, c'è chi riesce a penetrare le cose con maggiore acutezza e profondità degli altri, nessuno tuttavia riesce a comprendere come gli angeli. Nell'anima, cioè nell'uomo interiore, si verifica una crescita che si compie, non soltanto con il passaggio dal latte al cibo solido ma anche per una assimilazione sempre maggiore del cibo solido. E questa crescita non consiste in uno sviluppo fisico, ma in una maggior chiarezza interiore, poiché si ha per cibo la luce intellegibile. Se volete quindi conoscere in questo senso, e volete comprendere sempre meglio Dio, e se, quanto più crescete, tanto più volete comprenderlo, non dovete chiedere e attendere aiuto da un maestro che parla alle vostre orecchie, cioè da uno che, operando all'esterno, pianta e innaffia, ma da Colui che fa crescere. - Commento al Vangelo di S. Giovanni, S. Agostino
E venendo Egli, convincerà il mondo riguardo al peccato, riguardo alla giustizia e riguardo al giudizio...
Il peccato. Peccatore deriva dal lat. pellicio, adescare, sedurre, ciò che fa la meretrice; quindi peccatore è come seduttore. Con questo termine venivano indicati in antico gli infami, gli scandalosi, poi divenne il nome comune di tutti i delinquenti, appunto perché il mondo è contaminato dalla fornicazione più che da qualunque altro vizio. Perciò a causa della fornicazione si perde la fede. Per questo si dice fornicatio, quasi a dire formae necatio, cioè uccisione della forma. Osserva che nel cuore ci sono tre sentimenti: lo sdegno, la sede della sapienza e l’amore. Il cuore è un organo nobile e sdegnoso, che non tollera che entri in lui qualcosa di immondo. La fornicazione fa sì che il cuore perda questa intolleranza, questo sdegno, quando si rassegna ad ingoiare tale boccone. Parimenti il cuore è la sede della sapienza: il vino la fa perdere. Con il cuore poi amiamo: ma perde questo amore colui che, ubriaco di cupidigia delle cose terrene, non soccorre il prossimo.
La giustizia. È la virtù con la quale, giudicando rettamente, viene dato a ciascuno il suo. Giustizia è come dire iuris status, stato di diritto. La giustizia è l’abito, la disposizione dell’animo di attribuire ad ognuno l’onore, il credito che gli spetta, tenuto conto dell’utilità comune. Fanno parte della giustizia: il timore di Dio, il rispetto della religione, la pietà, l’umanità, il godere del giusto e del buono, l’odio del male, l’impegno della riconoscenza. Il mondo non ha questa giustizia perché non teme Dio, disonora la religione, odia il bene ed è ingrato verso Dio. Sarà convinto riguardo alla giustizia che non ha praticato, perché non ha punito se stesso, secondo giustizia, per i peccati commessi. Sarà convinto riguardo alla giustizia, non la sua, ma quella dei credenti: dal confronto con essi riceverà la condanna.
Il giudizio. Osserva che in ogni giudizio si richiedono sei persone: il giudice, l’accusatore, il reo e tre testimoni. Il giudice è il sacerdote; l’accusatore e il reo è il peccatore, che deve accusare se stesso come reo; i tre testimoni sono la contrizione, la confessione e la soddisfazione (o penitenza), che testimoniano a favore del peccatore, che sia veramente pentito. Dice Agostino: “Sali, o peccatore al tribunale della tua mente: la ragione sia il giudice, la coscienza sia l’accusatore, il dolore sia il tormento, il timore il carnefice; il posto dei testimoni sia tenuto dalle opere.”. I mondani che non vogliono sottoporsi a tale giudizio, saranno condannati con sentenza eterna e irrevocabile nell’esame dell’ultimo giudizio, insieme con il loro principe, il diavolo, che è già stato giudicato. - Sermoni, S. Antonio di Padova