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Che cos'è la Messa

Che cos'è la Messa?

La Messa è il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo che, sotto le specie del pane e del vino, è offerto dal sacerdote a Dio all'altare, in memoria e rinnovazione del Sacrificio della Croce. Il Sacrificio della Messa, dunque, è lo stesso Sacrificio della Croce. C'è differenza solo nel modo in cui è compiuto: cruento quello della Croce, che ci ha meritato tutte le grazie; incruento quello della Messa, che ci applica i meriti del Sacrificio della Croce.

Dove si può trovare l'insegnamento della Chiesa sulla Messa?

Il Concilio di Trento insegna: “Nell'Ultima Cena, la notte in cui fu tradito (1 Cor. 11,23), per lasciare alla Chiesa, sua amata Sposa, un Sacrificio visibile (come esige l'umana natura), con cui venisse significato quello cruento che avrebbe offerto una sola volta sulla Croce, prolungandone la memoria fino alla fine del mondo, e la cui efficacia salutare fosse applicata alla remissione di quelle colpe che ogni giorno commettiamo; Egli dunque, […] offrì a Dio Padre il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino”.

È certo che la Messa sia un vero e proprio sacrificio?

Il Concilio di Trento dichiara: “Se qualcuno dirà che nella Messa non si offre a Dio un vero e proprio Sacrificio […] sia anatema”. E aggiunge che, con le parole: “Fate questo in memoria di Me”, Cristo ha costituito i suoi Apostoli sacerdoti, dando loro il potere di celebrare quel Sacrificio.

Chi è il sacerdote del Sacrificio della Messa?

Il vero sacerdote del Sacrificio della Messa è, come in quello della Croce, Gesù Cristo. La sola differenza è che sulla Croce Cristo si è offerto Egli stesso, mentre nella Messa si serve di un sacerdote umano, che agisce come strumento di Cristo (in persona Christi).

Quali sono le intenzioni del Sacrificio della Messa?

Come il Sacrificio della Croce, il Sacrificio della Messa è offerto da Gesù Cristo con quattro grandi intenzioni: adorare Dio, ringraziarlo dei suoi benefici, riparare le offese fattegli e ottenere le sue grazie per gli uomini.

Chi ha negato che la Messa sia un Sacrificio?

Per più di mille anni, nessuno negò che la Messa fosse un Sacrificio. Tutti i cristiani professavano questa verità. È solo a partire dal XII secolo che alcuni gruppi isolati cominciarono ad attaccarla; ma fu soprattutto Lutero a spingere molti cristiani a rifiutare questo dogma.

Chi è che afferma che la Messa si deve considerare in primo luogo come una mensa eucaristica che contiene anche, ma in secondo luogo, una dimensione sacrificale?

Questa teoria è oggi molto diffusa anche tra teologi che ufficialmente si professano cattolici. La Messa, a loro avviso, è in primo luogo una mensa eucaristica, che secondariamente comprende anche un sacrificio perché Cristo si dà a noi come nutrimento […]. Tale visione deforma completamente la dottrina cattolica tradizionale sulla Messa. Il Sacrificio infatti consiste in un'offerta fatta a Dio e non agli uomini: come sulla Croce, Cristo si è offerto al Padre suo e non a noi (ma piuttosto per noi), così nella Messa continua ad offrirsi al Padre.

Dove si possono trovare queste nuove teorie sulla natura della Messa?

Questa teoria, per esempio, si trova espressa in una Dichiarazione comune della commissione mista cattolico-luterana, che è stata attiva dal 1976 al 1982. tra i cattolici membri di questa commissione, possiamo citare, tra gli altri, i cardinali Karl Lechmann, Walter Kasper, Hermann Volk e Joseph Ratzinger (divenuto papa Benedetto XVI, ndr).

[…] A partire dal 1969, anno dell'introduzione della nuova messa (la messa di Paolo VI) da più parti si è voluto far credere che la Messa Tradizionale fosse abolita e proibita. […] Secondo il giudizio dei cardinali Ottaviani e Bacci, il nuovo rito promulgato da Paolo VI “rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa”. Il complesso di tutti i cambiamenti che questa nuova liturgia ha apportato si possono riassumere dicendo che sono stati messi da parte o modificati tutti gli elementi del rito che manifestavano l'idea del Sacrificio propiziatorio, in modo da avvicinarsi alla concezione protestante della Messa. Ciò che si può rimproverare al nuovo rito, quindi, non è di negare esplicitamente tale o talaltro punto della dottrina della fede, ma di avere alterato l'insieme dei segni che costituiscono il rito a tal punto da non affermare più con altrettanta chiarezza la dottrina cattolica, se non di esprimere una dottrina ambigua o addirittura chiaramente erronea.

L'avvicinamento del rito cattolico della Messa a quello protestante è stato intenzionale?

Paolo VI stesso, il papa che ha introdotto il nuovo rito, ha dichiarato: “Allo sforzo richiesto ai fratelli separati perché si riuniscano, deve corrispondere lo sforzo, altrettanto mortificante per noi, di purificare la Chiesa romana nei suoi veti, perché diventi desiderabile e abitabile”. E, di fatto, Paolo VI domandò a sei pastori protestanti di prendere parte alla commissione incaricata di realizzare la nuova messa.

Non è una cosa positiva che i non cattolici si avvicinino alla Chiesa grazie alla liturgia?

È senz'altro positivo che i non cattolici si avvicinino alla Chiesa grazie alla liturgia: a condizione che si tratti della liturgia cattolica. Se per permettere questo avvicinamento si deforma la liturgia, sopprimendo tutti gli elementi su cui i non cattolici non sono d'accordo con la Chiesa (e no si tratta di elementi secondari: nel caso dei protestanti si tratta dei dogmi della presenza reale nell'Eucarestia, del Sacrificio della Messa, ecc.) sorge spontanea la domanda: a che cosa li si avvicina? Certamente, a quel punto, non alla religione cattolica, perché si oscurano per l'appunto, e in modo poco onesto, gli aspetti che differenziano il culto cattolico da quello protestante.


Don Matthias Gaudron (Catechismo della crisi nella Chiesa)