La situazione della Chiesa... Un lettore ci scrive

Home / Archivio articoli ex sezione "Attualità" / Archivio anno 2014 / La situazione della Chiesa... Un lettore ci scrive

Gent.ma Redazione, nell' intervista concessa all’agenzia di stampa DICI il 04/12/2013, il vescovo Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X (FSSPX), si è così espresso su alcune importanti e attuali tematiche che coinvolgono la Chiesa e il tempo attuale che stiamo vivendo (riporto alcuni estratti):

Vorrei un Vostro parere su queste dichiarazioni perché nonostante provengano da un Vescovo della Fraternità San Pio X, cioè un cosiddetto "lefebvriano" e quindi additato di essere uno scismatico o un integralista ultratradizionalista, mi sembra contengano una visione della realtà molto obiettiva. In parrocchia decantano il Concilio Vaticano II come la salvezza e l'inizio della vera Chiesa, Mons. Fellay e i Tradizionalisti in genere sono invece molto critici su quel Concilio. Mi potreste dare quindi il Vostro punto di vista?

Cordialmente,

Mario De Luca 

 


Caro Mario, 

La ringraziamo per la Sua richiesta di chiarimento, a maggior ragione in merito alle parole di Mons. Fellay poiché il Superiore generale della FSSPX, piaccia o meno, è stato finora l'unico vescovo della Chiesa cattolica ad avere il coraggio di affrontare le questioni spinose che gravano sulla Chiesa odierna parlando in modo estremamente chiaro.

Conosciamo l'intervista da Lei richiamata e non possiamo che ritenerci in totale sintonia con la disamina di Mons. Fellay. La Chiesa, la nostra amata Chiesa, è infatti alle prese con una crisi profonda che coinvolge e la Dottrina e la Liturgia. Lo andiamo ripetendo da tempo: con il “grimaldello” del Concilio Vaticano II stiamo assistendo alla nascita e all'affermazione di una nuova chiesa, di una nuova teologia, di una nuova dottrina... al fine, di una nuova religione. Una religione che non è più cattolica! E chi solo osa far emergere quanto sta accadendo, chi intende porsi a difesa della Tradizione, di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, ecco che viene tacciato di essere un piantagrane, un sovversivo (incredibile! Chi difende la dottrina di sempre e immutabile è chiamato sovversivo... il ribaltamento della realtà è compiuto!), un estremista, un pazzo persino.

I Francescani dell'Immacolata che hanno orientato la loro spiritualità verso la Tradizione e che hanno coraggiosamente approfondito la tematica sul Vaticano II hanno sperimentato l'incredibile violenza di una chiesa postconciliare che si è abbattuta su di loro per distruggerli dopo aver preso atto della loro non adesione al nuovo progetto modernista. Stiamo parlando di uno, se non l'unico, degli ordini più fiorenti quanto a vocazioni e desiderio di vivere la regola francescana in maniera autentica. È pazzesco! Essere cattolici pare sia diventato un problema in questa chiesa postconciliare che ha soppiantato l'autorità con la collegialità, che sbandiera a destra e a manca il richiamo alla misericordia ma che si trasforma in purga staliniana con quanti non sono allineati alla dittatura del pensiero corrente, che ha soppiantato nei seminari lo studio della tomistica per abbracciare l'eresia ranheriana, che si definisce cattolica ma che manifesta un odio persino non umano per la Messa “di sempre”, in rito antico.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una chiesa che scimmiotta il mondo invece di convertirlo e condurlo alla salvezza. L'autentico insegnamento di Gesù Cristo viene costantemente edulcolorato per non dire del tutto volontariamente dimenticato in molte sue parti. É il caso ad esempio delle parole profetiche di Cristo rivolte a coloro che si professano suoi discepoli - Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo (…) il mondo vi odia. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi - (Gv 16, 18-20).

E ancora - Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli - (Lc 6, 20-23).

Assistiamo a qualcosa di tremendo che avviene tutti i giorni, davanti agli occhi di ciascuno di noi: una sorta di sentimentalismo che ha infettato tutto e tutti, dietro il quale si celano un soggettivismo e un relativismo che hanno il solo e unico fine di permettere all'uomo di sottrarsi al suo essere creaturale, di rimuovere la Verità e permettergli di vivere come se lui stesso fosse Dio, convinto che la libertà consista nel fare tutto ciò che gli pare senza il dovere di rendere conto del proprio operato e di ciò che si è deciso di essere. Come se la vita si esaurisse su questa terra, come se l'esistenza dovesse essere spremuta fino all'ultima goccia nella ricerca spasmodica del piacere fine a se stesso e di una felicità che non si sa nemmeno definire.

E questa vita perversa è promossa e attuata anche da tante persone, laici e consacrati (!), che si professano cattoliche e che si fanno attori di un incredibile disfacimento e distruzione del bello e del sacro. Sicché apportano acqua alla massa informe di un fiume in piena che in preda ad una corrente vertiginosa spazza via e travolge tutto quanto riesce a imprigionare, divorando ogni residuo di autenticità cattolica, senza sosta fino alla fine della sua corsa perversa, sfociando nel mare del niente e della disperazione.

Davanti a questa tentata devastazione il fedele è investito da una serie di interrogativi che certo mettono la sua fede a dura prova. Ma in quell'intervista, Mons. Fellay ha anche risposto agli interrogativi che si materializzano in questi momenti difficili, con parole di vero conforto e gioiosa speranza. È con queste parole, caro Mario, che La salutiamo cordialmente augurandoLe ogni bene.

La Redazione



Mons. Bernard Fellay - In merito al “da farsi”: “Nostro Signore ha detto molto chiaramente: le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa. Piacerebbe, sulla base di queste parole, piacerebbe rivolgersi a Nostro Signore e dirgli - Ma che stai facendo?! Guarda che stai lasciando accadere cose che sembrano andare contro la tua promessa! - In altre parole, siamo in po' sorpresi da ciò che sta accadendo. Qui sto parlando della storia della Chiesa. Queste parole, ne sono convinto, sono state per la maggior parte dei teologi la fonte di dichiarazioni circa l'impossibilità di vedere nella Chiesa proprio quello che stiamo vedendo ora. Considerando che è assolutamente impossibile, a causa di questa promessa da Nostro Signore. Bene, allora, non potendo negare le promesse di Nostro Signore, cercheremo di dire quanto queste promesse, che sono infallibili, sono ancora possibili in una situazione che sembra in contrasto con esse. Ci sembra che questa volta le porte dell'inferno hanno fatto una entrata di prima classe nella Chiesa. [...]. Ma questo non significa che la Chiesa non sia destinata a soffrire. Bene, allora, fino a che punto può andare questa sofferenza? […] Fino a che punto Nostro Signore chiederà al Suo Corpo mistico di accompagnare, di imitare ciò che il Suo Corpo fisico ha dovuto sopportare fino alla morte? Intende andare a quel punto, o si fermerà ad un passo da esso? Noi tutti speriamo che si fermi a breve. Penso, non sarebbe la prima volta, che il Buon Dio intervenga per ristabilire le cose nel momento in cui tutti pensano: questa volta è finita. Penso che questa sarà una delle prove dell'origine divina della Chiesa. Nel momento in cui tutti gli sforzi umani sono finiti, esauriti, in altre parole, quando tutto è finito, quello è proprio il momento in cui Egli agirà. Credo. E allora sarà una manifestazione straordinaria, del fatto che questa Chiesa è l'unica che è veramente divina.

Nell'attesa i fedeli devono mantenere la fede. Questo è il messaggio principale di San Paolo, anche per i tempi di persecuzione: essere fermi, saldi nella fede. Mantenere la fede non in modo teorico. C'è una cosa come quella che chiamerei la fede "teorica": la fede di qualcuno che è in grado di recitare il Credo, ha imparato il catechismo, lui lo sa, è capace di ripeterlo, e naturalmente questo tipo di fede è l'inizio che si deve avere, altrimenti non hai la fede. Ma questa fede non è ancora ciò che conduce al cielo. Questo è ciò che dovete capire. La fede di cui la Scrittura parla è la fede che è, per usare l'espressione tecnica, informata dalla carità. San Paolo parlava di questo rapporto tra Fede e Carità, quando disse ai Corinzi - Se dovessi avere tutta la fede, in modo da poter muovere le montagne", (che non è poco, dal momento che una fede che può spostare le montagne non è qualcosa che si vede tutti i giorni!) "e non ho la carità, non sono nulla .... Io sono solo un bronzo risonante o uno cembalo squillante... -

Non è abbastanza fare grandi professioni di fede, non è sufficiente attaccare o condannare errori; molti pensano di aver adempiuto il loro dovere come cristiani, quando hanno fatto questo, ma questo è un errore. Non sto dicendo che non si deve fare, ma è solo una parte... ma la fede di cui San Paolo e la Sacra Scrittura parlano, è la fede informata, in altre parole, la fede intrisa di carità. La carità è ciò che dà forma alla fede. La carità è l'amore di Dio e di conseguenza l'amore del prossimo. Quindi si tratta di una fede che trasforma verso questo vicino di casa che è certamente in errore e gli ricorda la verità, ma in modo tale che, grazie a questi richiami, il cristiano sarà in grado di seminare la fede, ristabilire qualcuno nella verità , guidare questa anima verso la verità. Quindi non è uno zelo amaro, al contrario si tratta di una fede resa ardente dalla carità. I fedeli devono fare il loro dovere nel loro stato di vita. Per mantenere la fede, una fede propriamente intrisa di carità, profondamente ancorata nella carità, che consentirà loro di evitare lo scoraggiamento, lo zelo amaro e il disprezzo, e così provare gioia, la gioia cristiana che si compone di sapere che Dio ci ama così tanto che Egli è pronto a vivere con noi, a vivere in noi per mezzo della grazia. Questo getta luce su tutto ciò che accade, e dà una gioia che ci fa dimenticare i problemi e li mette al loro posto: problemi che di certo possono essere gravi, ma cosa sono in confronto con il Cielo che viene guadagnato proprio attraverso queste prove? Queste prove sono preparate, organizzate dal Buon Dio, non per farci cadere, ma in modo da farci vincere. Dio si spinge fino a vivere in noi, come dice san Paolo - Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me - Questo è così bello! Il cristiano è un tabernacolo della Santissima Trinità, un tempio di Dio, un tempio vivente!”.

 

 


Documento stampato il 07/12/2024