Ai tiepidi di cuore

Home / Rubriche / Per aspera ad astra / Ai tiepidi di cuore

Quanto attuali risuonano oggi le parole di Santa Caterina da Siena: “Avete taciuto abbastanza. E' ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”.

Ma perchè scomodarsi? basta fare ricorso alla furbizia e all'ipocrisia e come una magia ecco risolti i problemi:

perchè soffrire per lo stato della realtà in cui versa la Chiesa, tanto minacciata da una falsa chiesa interna ad essa tutta dedita alla propagazione dell’eresia? Basta strozzare in gola l'urlo sofferente che infastidirebbe il gaio nichilismo e i desideri mondani tanto amati… ed il gioco è fatto;

perchè rischiare di scuotere le coscienze, stordite dalle droghe di false e sempre più fugaci felicità? Basta fingere di credere alla menzogna che siano conquiste di civiltà e che siano prove di libertà e maturità il divorzio, l'aborto, i rapporti prematrimoniali, le convivenze, i diritti alle unioni gay… ed il gioco è fatto;

perchè correre il rischio di sentirsi dare del pessimista e del piantagrane? Basta pensare che per qualunque cosa facciamo c'è sempre un Dio misericordioso (magari anche un po’ distratto) pronto a perdonarci senza la necessità di sincero pentimento e desiderio di riparazione (e poi, esisteranno davvero l'inferno e il purgatorio?)… ed il gioco è fatto;

Perché contrastare quanti perseguono programmi massonici e attentano al diritto naturale che è opera di Dio? Basta venire a patti con il potere e il doppiogiochismo…ed il gioco è fatto;  

Perché combattere il peccato (e non il peccatore, vediamo di non fare confusione!) quando ciò può rovinare la nostra quiete e crearci dei pericolosi e fastidiosi nemici? Basta diventare buonisti e politicamente corretti ed il gioco è fatto…

Continuiamo, continuiamo pure a fare i prestigiatori… arriverà il giorno in cui dovremo forzatamente togliere la maschera che abbiamo indossato; allora dovremo fare i conti con la nostra miseria e prendere atto, guardandole, che siamo dinanzi a Dio con le mani vuote. Sarà un triste epilogo…

Non solo abbiamo lasciato che la falsità si insuperbisse e prendesse il posto della verità, ma abbiamo fatto di peggio: col nostro atteggiamento, siamo stati persino attori attivi di questo risultato, siamo stati complici!

Invece di schierarci a difesa della Chiesa, si è deciso di stare in quella falsa per contribuire a sabotare dall’interno quella vera.

Quanti sono coloro che si dicono cattolici e decidono di compiere ogni giorno questa scelta sciagurata! Ma è così bello vivere come se Dio non esistesse! E se proprio non possiamo evitarlo, che sia un Dio che ci importuni il meno possibile: sai che spasso sentirsi liberi di non dover rendere conto di ciò che siamo a Qualcuno! Anche se quel Qualcuno ci dice che la libertà non si trova altro che nella Verità… ma noi abbiamo le nostre, di verità… non ne esiste certo una sola!

E visto che ognuno si è costruito le proprie verità, non c’è più nessuno a tali occhi che abbia la facoltà e la capacità di indicare la strada: ognuno va per i fatti suoi, ironia della sorte, senza nemmeno sapere dove è indirizzato. Forse non ci si pone nemmeno il problema di conoscere la meta a cui si è diretti …sappiamo che prima o poi ci attende la morte e tanto basta.

In realtà, quello che drammaticamente manca oggi è l’esempio: se devono essere le pecorelle che richiamano i pastori ai loro doveri (in crisi d’identità, dediti a minimizzare e ad anestetizzare tutto) significa che, come minimo, c’è qualcosa che non va.

E per di più, quei pastori, spesso anche dall’alto dei loro titoli onorifici e dalla loro beata comodità, infastiditi e nervosi per essere stati strattonati alla talare (sempreché la indossino ancora!), sottraendosi al loro compito di guida, fanno ricorso ad una dialettica ambigua e rabbiosa per obiettare a chi, pur essendo laico, si ritrova suo malgrado a fare ciò che dovrebbe fare un sacerdote (di cui se ne sono perse le tracce):  difendere la Chiesa da quanti (compresi tali sacerdoti assenti) ne deturpano il vero volto manipolandone l'autentica dottrina ...

A tali codardi sacerdoti e a tali pseudo/cattolici andrebbe richiamato il monito del compianto mons. Maggiolini: "Il segno distintivo del cattolico non è il dialogo, ma il credo".

Ed è proprio questo il punto: quanti sacerdoti e aitanti cattolici credono veramente in Gesù Cristo? Perché credere vuol dire testimonianza, vuol dire azione, vuol dire apostolato, vuol dire coraggio, vuol dire strappare anime al demonio, vuol dire consumarsi per Gesù Cristo così come Lui ha fatto per noi sulla croce… Credere vuol dire avere fede! 

Ma nella falsa chiesa, in quel magistero parallelo che ormai è sotto gli occhi di tutti, non ve ne è traccia alcuna: lì si sente solo tanta puzza di zolfo!

 

Stefano Arnoldi 


Documento stampato il 07/12/2024