La terza guerra mondiale

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In uno dei suoi celebri discorsi Mons. Lefebvre paragonò il Concilio Vaticano II alla terza guerra mondiale. Un’espressione forte se non apparentemente eccessiva. Ma tutto si può dire tranne che il compianto vescovo francese fosse sprovveduto e precipitoso nei suoi pronunciamenti. Dunque perché quelle parole così gravi?

Nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato un preciso strumento per giudicare: dai frutti dell’albero si riconosce un bene o un male poiché un albero buono produce frutti buoni e un albero cattivo non può che produrre frutti cattivi. E a distanza di quel Concilio quali sono i frutti che ne sono stati generati? Come si presenta oggi la Chiesa, la Chiesa ufficiale? E di conseguenza cosa rimane della società e della civiltà che sono state in passato ispirate, ordinate e guidate da Essa?

Quasi senza accorgersi, in questi ultimi cinquant’anni l’ordine morale con i suoi precetti si è letteralmente capovolto sicché oggi ciò che prima era bene ora è visto come un male mentre ciò che era male è considerato un bene. Così ad esempio l’omosessualità, un tempo bandita oggi è giustificata e difesa dalle leggi dello Stato; l’aborto, prima condannato e criminalizzato, ora consigliato e diffuso in ogni ordinamento statale; il suicidio sempre considerato un atto deprecabile ancorché disperato si trova ora mascherato col termine di eutanasia, pratica sempre più legalizzata in molti Paesi poiché considerata un diritto; il divorzio, in precedenza normato da paletti stringenti oggi reso accessibile senza alcun tipo di ostacolo.

Tali sconvolgimenti non hanno risparmiato neppure la Chiesa: se prima si predicava la salvezza nella sola e unica religione vera cioè quella cattolica apostolica romana, ora con la proclamazione della libertà religiosa si è presa la direzione opposta a quella da sempre percorsa. Se prima si è sempre predicata l’esistenza di un unico e vero Dio, il Dio cristiano, ora si predica ben altro sostenendo che i cristiani, musulmani ed ebrei pregano il medesimo Dio. Anche nella Chiesa l’omosessualità, nel Vangelo trattata con chiarezza da San Paolo e inserita da San Pio X nei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, oggi è accettata e il peccato contro natura normalizzato e derubricato ad un aspetto insignificante della natura dell’uomo. La verità degli stessi Sacramenti viene messa in discussione da una grande parte del clero: è il caso della transustanziazione, o dell’efficacia del Battesimo, o degli effetti della Confessione… Gli esempi si sprecano, ma ciò che emerge chiaramente è che dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa sta dicendo e facendo l’esatto contrario di quanto ha sempre detto e fatto nei precedenti 2000 anni.

In buona sostanza, mentre prima era la Chiesa ad irradiare il mondo elevandolo per mezzo delle virtù cristiane, ora è il mondo ad aver influenzato e precipitato la Chiesa nell’abisso perverso dei suoi vizi. Con il pretesto conciliare di rendersi più appetibile agli occhi del mondo, la Chiesa ufficiale ha finito per tradire la sua missione divina ritrovandosi a braccietto con le ideologie rivoluzionarie illuministiche che non hanno mai nascosto il loro obiettivo: l’attacco alla cristianità. Il clero, fino alle sue più alte autorità, ha cessato di rivendicare, difendere e propagare l’antico insegnamento di Cristo: il sacerdote si togli la talare e rinuncia al suo compito divino di incidere sulla società, di salvare anime per il Paradiso. Non parla più dei Novissimi, non ne vuole parlare, probabilmente non ci crede più. Ecco i frutti del Concilio!

Il risultato di questi frutti è che oggi sono gli stessi cristiani a mettere in discussione la rigidità dei comandamenti! La maggioranza di chi si professa cattolico in realtà non sa più riconoscere la propria deriva spirituale: le verità dogmatiche di fede sono state completamente rimosse. Della legge naturale nessuno più si preoccupa: quanti sedicenti fedeli oggi contemplano le tendenze omosessuali e sono d’accordo nel riconoscere ad esse fior di diritti! Questa moltitudine di fedeli “cattolici” (il virgolettato è d’obbligo) non crede più nell’ importanza della stabilità familiare e nella fedeltà nell’amore tant’è che il matrimonio è stato soppiantato dalle convivenze (per non parlare del numero impressionante di matrimoni sfociati in separazioni e divorzi); la morale un tempo considerata edificante per la salute dell’anima, oggi è svilita dall’assenza completa di una visione antropologica e tutta orientata al benessere dell’individuo dove ciò che conta è il desiderio immediato. Un tempo il fedele cattolico concepiva l’essere umano come una creatura di Dio con i conseguenti corollari dell’inviolabilità della dignità umana e della sacralità dell’individuo; il cattolico contemporaneo sembra aver rimosso questa credenza di fede giudicandola limitativa della libertà personale o del desiderio individuale. Da qui il ricorso all’aborto, all’eutanasia, alla cremazione… a ben vedere a tutte quelle pratiche adottate da chi cristiano non è, di chi non crede in nulla.

E tutto ciò benedetto dalla maggior parte del clero ormai secolarizzato e liberale.  

Magari si tollera un certo moto interiore: è il sentimentalismo a cui i cattolici di oggi, per ritenersi diversi dagli atei o forse per appagare un non meglio imprecisato richiamo della coscienza, aggiungono una sverniciata di pathos religioso reputandosi per questo credenti. In realtà è l’atteggiamento di chi pratica senza credere: i gesti e non la fede. Il ridimensionamento se non addirittura il rifiuto della trascendenza. Tutto è apparenza e si ferma all’esteriorità, abbandonando la profondità. La fede in molti casi diventa “fai da te” e ognuno fa ciò che gli pare costruendosi la propria nozione di verità: si può parlare di una protestantizzazione di una parte del cattolicesimo, clero compreso.

In estrema sintesi il senso della vita va dunque trovato in questa vita stessa, e non al di sopra di essa. L’arco vitale si consuma su un piano prettamente orizzontale, completamente trascurata la visione verticale. Si è così raggiunto il punto più basso dell’esistenza: la nuova era da cristiana è divenuta pagana. Con tutte le conseguenze del caso.

A farne le spese è anche il linguaggio: le nozioni oggettive di vero e falso spariscono e si trasformano in contenitori vuoti che ognuno riempie del contenuto che crede.  

Sacro e profano si mischiano, Dio e mondo, fede e ragione: tutto scompare in una nebbia fitta sostituendo la chiarezza con l’indefinito, la Verità con la menzogna, l’ordine con la confusione, la santità con il vizio elevato a sistema di vita. E ciò tutto in nome di quel Concilio che si è esteso universalmente prima all’interno della Chiesa e poi fuori da essa. 

In questa realtà esistenziale quante anime perdute! Quante vittime… come una guerra! Una guerra che coinvolge tutte le società, tutto il mondo. Dinanzi a questa mattanza che coinvolge il clero e i fedeli, riecheggiano le parole di Mons. Lefebvre: il Concilio, con le riforme che ne sono derivate e con i suoi effetti, equivale ad una terza guerra mondiale.

Mai parole furono così profetiche.


Stefano Arnoldi


Documento stampato il 16/02/2025