Al fine di perpetuare anche nella Liturgia il ricordo della definizione del dogma dell'Assunzione (vedi qui) di Maria SS., la Santa Sede ha pubblicato una nuova Messa in onore dell'Assunta, ordinando di inserirla nel Messale, il giorno 15 agosto 1950, al posto di quella antica.
Nella Messa antica, la prima lettura era tratta dal libro della Sapienza:
Tra tutti cercai dove posarmi, e fisserò mia dimora nell'eredità del Signore. Allora il Creatore di tutte le cose ordinò e parlò a me, e Quegli, che mi creò, stabilì il mio tabernacolo, e mi disse: Abita con Giacobbe, e tuo retaggio sia Israele, e tue radici getta nei miei eletti. E così ferma stanza io ebbi in Sionne, ed anche la santa città fu in luogo del mio riposo, e in Gerusalemme fu la mia reggia. E gettai mie radici in un popolo glorioso, e nella proporzione del mio Dio, la quale è il suo retaggio e la mia abitazione fu nella piena adunanza dei Santi. Mi alzai qual cedro sul Libano, e qual cipresso sul monte Sion: stesi i miei rami come una palma di Cades, e come una pianta di rose in Gerico. M'innalzai come un bell'ulivo nei campi e come un platano nelle piazze presso delle acque. Quasi di cinnamomo e di balsamo aromatico spirai odore; soave odore spirai come di mirra eletta.
Parlando il sacro autore in nome della divina Sapienza, intende dire ch'essa splendé particolarmente presso il popolo giudeo; il quale di fatto, quando le altre nazioni si smarrivano d'errore in errore, ricevette dal Cielo le rivelazioni, precetti e profezie abbondantissime di lumi superiori alla ragione naturale; onde pareva che la Sapienza vi avesse dimora e radice, e si deliziasse a spandervi i suoi frutti ed i suoi aromi. La Chiesa perciò aveva deciso di applicare queste cose in lode di Maria Santissima per quanto le possono convenire, come alla più vera e chiara immagine in cui si specchia la Sapienza eterna.
Il brano evangelico che veniva letto prima del 1950 era tratto dal Vangelo di Luca:
In quel tempo: Gesù entrò in un certo castello, e una donna per nome Marta Lo ricevette in sua casa; e questa aveva una sorella chiamata Maria, la quale ancora assisa ai piedi del Signore, ascoltava le sue parole. Marta poi si affannava tra le molte faccende di casa, e si presentò, e disse: Signore, a Te non cale che mia sorella mi abbia lasciata sola alle faccende di casa? Dille adunque che mi dia una mano. Ma il Signore le rispose, e disse: Marta, Marta, tu t'affanni e t'inquieti per un gran numero di cose. Eppure una sola è necessaria; Maria ha eletto la miglior parte, che non le sarà levata.
La Chiesa, come osserva S. Bernardo, faceva leggere in questa grande solennità della gloriosa Assunzione di Maria Vergine il Vangelo che si riferisce all'alloggio che diedero a Gesù Cristo le due sante sorelle Marta e Maria: per farci comprendere quale ineffabile abitazione fosse stata per il Salvatore il purissimo seno di Maria Vergine, dalla quale prese corpo umano, arricchendoLa di grazie straordinarie e di tutte le più sublimi virtù; per le quali, non meno che per la sua eccelsa dignità di Madre di Dio, Ella è stata in corpo e in anima esaltata sopra tutti i Cori degli Angeli, sopra tutti i Patriarchi e Profeti, sopra tutti gli Apostoli e i Martiri, sopra tutti i Confessori e le Vergini, in una parola sopra tutte le pure creature, come Regina del Cielo e della terra.
Se nessun umano intelletto può intendere quanto siano grandi quei beni che il Signore dispensa in Cielo ai suoi servi, che lo amano, quanto meno, dice lo stesso S. Bernardo, si può comprendere la gloria immensa ed infinita di cui Iddio ha ricolmata la sua santa Madre, La quale certamente Lo ha amato e Lo ama sopra tutti i Santi, e più che tutti insieme! Veneriamo dunque, soggiunge S. Bernardo, con cantici di gloria la gloriosa Assunzione di Maria Vergine, e preghiamoLa, che da quell'eccelso soglio di gloria in cui siede alla destra del suo divino Figlio rimiri con occhio favorevole noi miseri figli di Adamo; e raccomandiamoLe il grande ed unico affare della nostra eterna salvezza, con ferma fiducia di essere esauditi; perché a Lei non manca né il potere, perché è Madre di Dio e Regina dei Cieli, né il volere, perché è nostra Avvocata e nostra Madre, piena di benignità e di misericordia.
Ammirate e venerate la gloria incomprensibile dell'Assunzione di Maria e la sua purezza, la sua umiltà, la sua carità e le altre sue eccelse virtù, per le quali meritò di essere esaltata sopra tutte le creature. In queste virtù, e specialmente nelle tre sopra dette, procurate di imitarLa, se volete godere il frutto della sua potente protezione, ed il vantaggio di essere annoverati tra i suoi veri figli devoti.
Nella Messa definita dopo il dogma dell'Assunzione, la prima lettura è invece tratta dal libro di Giuditta (13, 22-25; 15, 10): come infatti l'eroina ebrea si mantenne integra e troncò la testa del perfido generale Oloferne, così Maria Santissima si mantenne immune da ogni sorta di peccato e trionfò sul serpente infernale, e venne così ricolmata di ogni grazia e benedizione.
Anche per quanto riguarda il S. Vangelo si scelse un altro passo, sempre dell'evangelista Luca (1, 41-50), che è l'incontro tra Maria Santissima e sua cugina Elisabetta. Questo brano narra delle prime felicitazioni rivolte da bocca umana alla Vergine Santissima, ed Ella risponde dichiarando che da quel momento tutte le generazioni la chiameranno beata. Elisabetta, ripiena di Spirito Santo, esalta la Madre del Signore venuta a visitarla, e Maria, piena di grazia, magnifica Dio per aver rivolto il suo sguardo all'umiltà della sua Serva ed aver fatto per Lei grandi meraviglie. L'immunità dal peccato originale, la Maternità divina e l'Assunzione trionfale di Maria in anima e in corpo in Cielo sono i tre punti culminanti delle meraviglie soprannaturali operate dal Signore nella Vergine Santissima.
tratto dal Manuale di Filotea