Lo scopo della vita umana

Home / Rubriche / Omelie e scritti di padre Konrad / Lo scopo della vita umana

In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.

Carissimi fedeli, l'unico scopo della vita umana è la nostra santificazione, per questo siamo stati creati, per nient'altro che questo.

Il Signore ci da ottanta o novanta anni di vita, normalmente, solo per questo.

Se noi arriviamo alla fine dei nostri giorni e non siamo ancora santi, abbiamo fallito.

Cosa è la Santità?

La Santità è la perfezione della Carità, ossia, la perfezione dell'Amore sovrannaturale; nel senso assoluto dei termini la Santità è solo Dio stesso, Dio è la Santità, Dio è la Carità, e Dio che è la Santità e la Carità ci comanda di essere anche noi Santi: "Siate Santi, perchè Io sono Santo", dice il Signore quattro volte nel Libro del Levitico.

Ma cosa è la santità per noi? Cosa è la perfezione della Carità per gli uomini?

Nostro Signore Gesù Cristo risponde: "Nessun uomo ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i suoi amici". Egli esprime la santità in termini di quell'atto che Lui ha compiuto da uomo per salvare il mondo. Questa è dunque la santità per noi: dare la nostra vita per i nostri amici.

Per quali amici? Per Dio stesso, perché Dio è il nostro più grande, più caro e amorevole Amico, è in un certo senso il nostro unico Amico, perché Lui ci ha creati, ci conserva in esistenza, ci ha dato e ci da tutto ciò che siamo e che abbiamo; ci ha redenti con la Sua Passione e la Sua Morte, dando tutto Se Stesso a noi e per sempre.

Dobbiamo, dunque, dare la nostra vita per Lui in primo luogo e in assoluto, e poi, in secondo luogo e in modo relativo, dobbiamo dare la nostra vita per il nostro prossimo, perchè amiamo il prossimo solo in Dio e a causa di Dio; questo difatti è il soggetto del Comandamento nuovo del Signore: "Che vi amiate gli uni e gli altri, come Io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri".

Questa stessa perfezione dell'amore viene insegnata in due altri testi particolari della Sacra Scrittura, il primo testo è: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze e il prossimo come te stesso", il secondo testo è quello dei Dieci Comandamenti di cui i primi tre stabiliscono l'amore per Dio e gli altri sette stabiliscono l'amore per il prossimo: "Chi mi ama - dice il Signore - tiene i miei Comandamenti".

Per spiegare meglio ciò che sono i Dieci Comandamenti bisogna sapere che non solo vietano ciò che è peccato, ma che anche ci incitano alla perfezione della Carità.

E difatti lo scopo della vita umana non è solo di evitare il peccato (soprattutto il peccato mortale per poter raggiungere il Cielo), bensì di perfezionarci, come ho detto all'inizio di questa Omelia, per raggiungere quel grado di gloria in Cielo che Dio ha stabilito per noi prima della creazione del mondo.

Guardiamo un attimo il lato positivo dei Comandamenti:

- i primi tre stabiliscono l'adorazione e l'onore dovuto a Dio, tanto privato quanto pubblico, nonché la Fede, la Speranza e la Carità verso di Lui;

- il quarto stabilisce l'onore per i Genitori e per i Superiori,

- il quinto (con le parole del Catechismo di Trento) ci ingiunge, anche, di estendere la nostra concordia e caritatevole amicizia verso i nemici per avere pace con tutti, sia pure affrontando con pazienza, ogni contrarietà;

- il sesto ci ingiunge alla purezza dell'amore, alla castità ed alla modestia;

- il settimo ci impone di essere benevoli e generosi verso il prossimo;

- gli ultimi tre, l'ottavo, il nono e il decimo ci insegnano di non parlare male del prossimo, di pregare per ciò che ci conviene di possedere, di apprezzare i nostri beni e di ringraziarne il Signore.

Per tenere i Comandamenti e per perfezionarci occorre la pratica delle virtù, soprattutto le virtù Cardinali della prudenza, della giustizia, della temperanza e fortezza, occorre anche un lavoro assiduo contro le nostre imperfezioni di carattere o di abitudine: forse siamo approssimativi nelle azioni e nelle nostre parole, siamo rozzi, maleducati un pò, indifferenti al prossimo, un pò liberi nelle parole, un pò maliziosi, aspri, amari, suscettibili, permalosi, distratti, disordinati, inaffidabili, inclini al risentimento, coviamo pensieri contro la Carità o che ci conducono all'eccesso di tristezza, di ira, di paura. Questo lavoro sul nostro carattere, sulle nostre abitudini, anche quasi più del lavoro contro il peccato, è il lavoro più difficile che ci sia, si chiama "il lavoro dei Santi", nelle parole di santa Teresina che provengono dalla Sacra Scrittura: "Il lavoro fra tutti più penoso è quello che si intraprende sopra se stessi per arrivare a vincersi".

Una parola sulla Preghiera.

Stiamo aspettando la Vita Eterna qua, dove vogliamo essere con Dio per sempre, ma se non pensiamo mai a Lui, se non parliamo con Lui, se non Lo preghiamo, quale tipo di preparazione sarebbe questa per la Vita Eterna? Una mezza Ave Maria mentre mi addormento non basta! Devo "afferrare" del tempo, la mattina e la sera, per la Preghiera... anzi, devo provare a vivere sempre nella presenza di Dio con l'attenzione della mente, verso di Lui, non devo dimenticare mai che Lui è il mio più grande Amico che occorre adorare, lodare, ringraziare, a cui occorre chiedere favori, a cui devo dare e dedicare tutta la mia vita.

Ho parlato del lato attivo della santificazione, ma c'è anche il lato passivo.

La vita è dura, con le sue fatiche e sofferenze, ma dobbiamo portare la nostra croce dietro a Lui, perchè questa sofferenza ci santifica più di tutte le azioni che potremmo compiere. Lui ha dato la Sua vita per i suoi amici (cioè noi), nella sofferenza, quella sofferenza con la quale ha manifestato il Suo Amore, così anche noi dobbiamo dare la nostra vita per Lui, con tutta la nostra sofferenza, perché questa manifesterà anche il nostro amore. Ci saranno sempre sofferenze e difficoltà, tuttavia possiamo accettarle per amore di Lui ed offrirglieLe come i nostri più preziosi tesori, uniti con le Sue sofferenze in Croce. Per la Sua gloria, per la salvezza del mondo, e per la santificazione della nostra anima.

Amen. 

 

Padre Konrad Zu Loewenstein


Documento stampato il 08/12/2024