Il Tempo di Quaresima
Il Tempo di Quaresima, con il digiuno e le pratiche di penitenza, ci dà modo di associarsi più strettamente all'opera redentrice del Messia. Ribelle a Dio, l'anima nostra è infatti diventata schiava del demonio, della carne e del mondo. In questo santo Tempo la Chiesa ci mostra Gesù nel deserto (1°Domenica di Quaresima) e nella sua vita pubblica, che combatte per liberarci dalla triplice catena dell'orgoglio, della lussuria e dell'avarizia che ci attacca alle creature.
E allorché Cristo ci avrà, con la sua dottrina e le sue sofferenze, strappati alla nostra cattività e resi alla libertà di figli di Dio, ci darà, a Pasqua, la vita divina che avevamo perduta.
Perciò la liturgia quaresimale, così ricca degli insegnamenti del Maestro e dello spirito di penitenza del redentore, serviva anticamente per istruire i Catecumeni e per suscitare la compunzione nei pubblici penitenti che aspiravano a resuscitare con Gesù, ricevendo, il Sabato Santo, i Sacramenti del Battesimo e della Penitenza. Sono questi i due pensieri che la Chiesa svilupperà durante tutta la Quaresima, mostrandoci, nei Giudei infedeli, i peccati che non possono ritornare a Dio, se non associandosi al digiuno di Gesù (Vangelo della 1°Dom.), e nei Gentili, chiamati in loro vece, gli effetti del Sacramento di rigenerazione (Vang. Della 2° e 3° Dom.) e dell'Eucarestia nelle anime nostre (Vang. Della 4° Dom.).
il Tempo di Quaresima è una specie di grande ritiro fatto dai cristiani di tutto il mondo che si preparano alla Pasqua, e chiuso con la Confessione e la Comunione pasquale. Come Gesù, ritiratosi dal mondo, ha pregato e digiunato quaranta giorni, ci ha insegnato, con la sua vita di apostolato, come morire a noi stessi, la Chiesa, durante questa santa Quaresima, ci predica la morte in noi dell'uomo peccatore. Questa morte si manifesterà nell'anima nostra per mezzo della lotta contro l'orgoglio e l'amor proprio, con uno spirito di preghiera e una assidua meditazione della parola di Dio: nei nostri corpi col digiuno l'astinenza e la mortificazione dei sensi. E finalmente si manifesterà in tutta la nostra vita con un maggior distacco dai piaceri e dai beni del secolo che ci farà essere più larghi nell'elemosina [1], e ci farà astenere dalle feste mondane.
Il digiuno quaresimale infatti altro non deve essere che l'espressione dei sentimenti di penitenza di cui è penetrata l'anima nostra, tanto più occupata delle cose di Dio, quanto più rinunzia ai piaceri dei sensi. Così per i cuori generosi, questo tempo favorevole è una sorgente di santa gioia come dimostra ovunque la liturgia di Quaresima.
Questo lavoro di purificazione vien fatto sotto la direzione della Chiesa che unisce i nostri patimenti a quelli di Cristo: i pusillanimi entrano coraggiosamente in lizza appoggiandosi sulla grazia di Gesù che non fa loro difetto; i forti non si inorgogliscono della loro osservanza, perché sanno che solo la Passione di Gesù li fa salvi e che soltanto partecipandovi con la loro pazienza se ne applicano i frutti.
“L'osservanza della Quaresima – dice Papa Benedetto XIV – è il vincolo della nostra Milizia: per mezzo di questa distinguiamo i nemici della Croce di Gesù Cristo; per mezzo suo allontaniamo dal nostro capo i castighi della collera di Dio; con essa, protetti dal celeste soccorso durante il giorno, ci fortifichiamo contro i principi delle tenebre. Se questa osservanza viene a rilassarsi è a tutto detrimento della gloria di Dio, a disdoro della religione cattolica, a pericolo delle anime cristiane; e senza alcun dubbio, questa negligenza diviene fonte di disgrazie per i popoli, di disastri nei pubblici affari e di infortuni per quelli privati”.
Il Tempo di Quaresima si divide in due parti, la prima delle quali comincia il mercoledì delle Ceneri, chiamato nella Liturgia “Principio della Santissima Quarantena” e termina la Domenica di Passione, e la seconda comprende la “Grande Quindicina” che porta il nome di Tempo di Passione. Se togliamo le quattro Domeniche di Quaresima e quella della Passione e delle Palme, abbiamo 36 giorni di digiuno, ai quali sono stati aggiunti i quattro giorni che precedono per ottenere il numero di 40, che la legge e i profeti avevano inaugurato e che il Cristo stesso ha consacrato.
Per indicare l'accentuazione dello spirito di penitenza, la Chiesa non solo sopprime il Gloria e l'Alleluia e riveste i suoi sacerdoti di paramenti violacei durante la santa Quarantena, ma spoglia anche il diacono della dalmatica e il suddiacono della tunica, simboli di gioia, e fa tacere gli organi. Dopo i Postcommunio si dice una Orazione sul popolo, preceduta da questa esortazione all'umiltà: “Umiliatevi dinanzi a Dio”.
Anticamente la società cristiana sospendeva durante questo tempo le assisi dei suoi tribunali e le guerre ; era anche tempo proibito per le nozze e oggi ancora la Chiesa proibisce di dare in quest'epoca dell'anno la benedizione solenne agli sposi. In tempi di fede più grande la Chiesa, durante tutto il periodo del digiuno solenne, esortava gli sposi ad osservare la continenza.
1 – “Chi non può digiunare deve supplirvi con più abbondanti elemosine, in modo da riscattare con queste i peccati che non può guarire col digiuno”. Serm. quaresimale di S.Cesario di Arles (542).
(Dal messale Romano quotidiano, testo latino completo e traduzione italiana di S.Bertola e G. Destefani - commento di D.C.Lefebvre O.S.B. - edizione aggiornata 1962 - Edizioni S.Francesco di Sales)