Non commettere atti impuri
Che ci proibisce il sesto Comandamento? Il sesto Comandamento ci proibisce ogni impurità; perciò le azioni, le parole, gli sguardi, i libri, le immagini, gli spettacoli immorali.
NOTA BENE:
Spiegando il sesto comandamento è bene che il catechista lo spieghi in modo generale, così come è esposto in questa breve lezione, per non suscitare la curiosità morbosa dei fanciulli e non turbare la loro innocenza. L'ambiente scolastico è il meno adatto per spiegazioni di questo genere! Se qualche fanciullo fa domande delicate non gli si risponda davanti a tutti. Sia bene chiaro ai fanciulli di non tacere mai nulla in confessione, perché i peccati contro il sesto e il nono comandamento causano maggiore vergogna e più facilmente vengono taciuti.
Il sesto comandamento mira a tutelare le vita nelle sue origini e nella sua preparazione. Per propagare la vita umana sulla terra, Dio ha posto la distinzione dei sessi e la loro attrazione reciproca. La vita può sbocciare e svilupparsi soltanto nel santuario della società familiare, fondata sul matrimonio. Cercare fuori del matrimonio i piaceri connessi agli atti dai quali sorge la vita è contro la legge divina e naturale.
Gli atti impuri esteriori che proibisce il sesto comandamento sono specificati in questo modo:
1. Azioni immorali. - Si possono commettere da soli o con persone dello stesso o diverso sesso.
2. Parole immorali. - Per lo più sono quelle parole ambigue, a doppio senso, che non si direbbero davanti ai genitori o ai superiori. Si dicono per leggerezza, per morbosità, per scherzo, per vanteria... sono discorsi fatti senza necessità e con un segreto piacere, che non si oserebbe confessare a nessuno. È peccato fare discorsi immorali per scherzo o per leggerezza; più grave ancora se l'intenzione è quella di indurre gli altri a commettere il male.
3. Sguardi immorali. - Sono peccato quegli sguardi dati per curiosità, peggio se con cattive intenzioni, a cose o persone o figure che possono eccitare le passioni cattive.
4. Libri immorali. - Sono quelli che descrivono il male per passatempo o, peggio, per indurre al male. Molto pericolosi sono i libri che parlano del vizio come qualcosa di normale, che non fanno distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male, che calpestano le leggi del matrimonio, che presentano come necessarie le passioni illecite o gli amori proibiti, che descrivono la vita come una caccia al piacere. La lettura di questi libri abitua il lettore a considerare la vita solo dal punto di vista dell'amore naturale e passionale, e a vivere fuori dalla realtà. Allo stesso modo, riviste o romanzi umoristici, periodici di moda e di vita mondana illustrati sono un veleno che distrugge il senso morale e il pudore.
5. Immagini immorali. - Tali sono le statue, le pitture, le vignette, le stampe illustrate che presentano persone non sufficientemente vestite o in atteggiamenti provocanti. La moda immodesta è la rovina dei costumi pubblici e privati.
6. Gli spettacoli immorali. - Sono molto pericolosi gli spettacoli cinematografici. La maggior parte sono amorali, parecchi immorali, e fanno l'apologia del divorzio, del libero amore, la caricatura del matrimonio e della morale familiare. Si aggiungano gli spettacoli teatrali e televisivi. Col pretesto dell'arte, molti presentano brutture di ogni genere: si è calpestata l'arte fino al punto di farne l'espressione del vizio, della bestemmia, dell'empietà, dell'eresia e di ogni altro male.
Per ricordarsi quanto siano gravi i peccati contro il sesto Comandamento, si pensi alla gravità della punizione che Dio inflisse agli abitanti di Sodoma e Gomorra, annientando le due città col fuoco. Il peccato impuro, infatti, contamina anche il corpo, il quale è il tempio dello Spirito Santo, membro del corpo mistico di Cristo, e rende vano il fine per cui Dio ha creato i due sessi.
Quanto alla materia, il peccato impuro è sempre grave: se non vi è piena avvertenza o deliberato consenso, allora può essere leggero.
È bene distinguere quando si fa peccato e quando invece non vi è colpa: si fa peccato se si vuole il male, se si gode e si è contenti nel commettere azioni cattive, se si acconsente alle tentazioni contrarie alla purezza; non è peccato conoscere o sentire l'attrattiva per il male purché la volontà sia contraria ad esso, non è peccato né conoscere a tempo e luogo certi misteri delicati della vita né essere contenti di conoscerli, non è peccato sentire tentazioni contrarie alla purezza quando non siano volute e cercate purché non vi sia consenso.
Il pretesto che è necessario conoscere non rende mai lecito vedere, leggere, guardare, sentire qualsiasi cosa. La conoscenza che si deve avere dev'essere necessaria, per esempio per prepararsi a sentire le confessioni sacramentali, per lo studio della medicina; non è mai lecito compiacersi, essere contenti e godere volontariamente del male.
RIFLETTO:
Per rispettare il sesto Comandamento, occorre mantenere la propria curiosità in continua mortificazione, cercando di preservare quella purezza di pensiero e di sguardo propria dei bambini innocenti. Coloro che vogliono conoscere tutto, vedere tutto e provare tutto sono già sulla via dell'impurità: è talmente facile cadervi (specialmente oggi!) che bisogna avere una cura tutta particolare per poter preservare la preziosissima virtù della purezza! Si mediti all'importanza della castità pensando che le anime più vicine a Gesù Cristo sono quelle che mantengono questa particolare virtù: Maria Santissima, san Giuseppe, san Giovanni, san Giovanni Battista...
Che ci ordina il sesto Comandamento? Il sesto Comandamento ci ordina di essere “santi nel corpo”, portando il massimo rispetto alla propria e altrui persona, come opere di Dio e templi dove Egli abita con la presenza e con la grazia.
Proibendo gli atti impuri esteriori, il sesto Comandamento ordina la santità esterna del corpo. Ogni peccato impuro esteriore è una profanazione della propria o altrui persona, che è sacra e merita il massimo rispetto, perché ogni corpo è tempio di Dio.
Il nostro corpo infatti è opera delle mani divine, creato affinché fosse il degno strumento della nostra anima per poter operare. Dio dunque è presente anche nel nostro corpo col suo essere, con la sua sapienza, potenza e bontà, e lo crea, lo conserva e lo governa: abita in noi con la presenza più sublime della grazia soprannaturale, che aderisce direttamente all'anima, indirettamente e mediamente anche al corpo.
Col Battesimo il nostro corpo è diventato membro visibile del corpo mistico di Cristo.
Dio è geloso del suo capolavoro, e non vuole che sia abbruttito, infangato, ridotto a strumento di piaceri immondi. Così come dobbiamo rispetto alle chiese e alle cose sacre, a maggior ragione dobbiamo avere ancora più rispetto per il nostro corpo, molto più sacro delle chiese in pietra e degli oggetti in metallo.
Per conservare e accrescere la purezza e la santità del corpo, occorre fuggire le occasioni di peccato, l'ozio, le cattive compagnie, le letture pericolose, i balli, gli spettacoli immorali, gli amoreggiamenti, le troppa familiarità con persone di altro sesso. Oltre questi mezzi negativi (dove bisogna “fuggire”, “evitare”), vi sono anche i mezzi positivi (dove bisogna “agire”, “accostarsi”): la preghiera specie nella tentazione, l'uso frequente e devoto dei sacramenti della Penitenza e della Comunione, la devozione a Maria Santissima, il lavoro. Efficacissimo è il pensiero della presenza di Dio, che tutto vede e tutto conosce. Necessaria e indispensabile è la mortificazione degli occhi e della fantasia.
Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X