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La blasfemia

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

La natura precisa delle blasfemie recenti [come quelle contenute nel giornalino francese Charlie Hebdo - ndr] non ci interessa perché la conoscenza del male è degradante e, come dice il Libro della Sapienza, "non è la saggezza".

Cosa è la blasfemia? La blasfemia è la contumelia contro Dio, e può essere o eretica, o non eretica.

Un esempio della blasfemia eretica è la dottrina di Calvino che "Dio sia la causa del peccato"; la blasfemia non eretica può essere o la semplice derisione o l'imprecazione. Un esempio della derisione è la parola dei giudei al Signore di "scendere dalla Croce se fosse il Figlio di Dio"; un esempio dell'imprecazione sono le parole “che Dio morisse”. Se l'imprecazione è deliberata, essa comprende l'odio verso Dio: è il peccato più grande in assoluto.

La blasfemia è un peccato contro la Religione e la Carità. Se è deliberata, è un peccato mortale.

La Religione è la virtù di rendere a Dio ciò che Gli è dovuto, cioè l'adorazione, la lode, il ringraziamento e la petizione; la Carità è la virtù, come sappiamo bene, di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, e con tutte le nostre forze.

La blasfemia può essere considerata assieme all'ateismo e al peccato in genere. Mentre l'ateismo è la negazione di Dio, la blasfemia è la contumelia contro Dio; mentre il peccato è una offesa indiretta verso Dio, la blasfemia è una offesa diretta contro Dio. La blasfemia, l'ateismo e il peccato in genere costituiscono una ribellione superba contro Dio, una ribellione che cresce sempre e che si manifesta nell'epoca moderna sempre più chiaramente. Il Salmista dice: "La superbia di coloro che ti odiano cresce sempre - superbia eorum qui te oderunt crescit semper".

La blasfemia è precisamente una ribellione contro Iddio Uomo, Nostro Signore Gesù Cristo di cui il Nome sia sempre adorato. Di questa ribellione in genere parla il Salmo 2: "Perché congiurano le genti e perché i popoli hanno meditato cose inani? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia: spezziamo le loro catene (dicono), gettiamo via i loro legami".

Ora, due caratteristiche particolari di questa ribellione sono la sua inanità e la sua empietà. La ribellione è inane, come viene espresso nel Salmo, perché è una ribellione contro l'Essere stesso, sempiterno, Onnipotente, somma di ogni perfezione, vestito di infinità Maestà e Gloria; una ribellione proveniente da un essere limitato e finito che esiste solo in quanto partecipa all'esistenza di Dio, e che è buono solo in quanto partecipa alla Sua bontà. Tutto ciò che è nell'essere umano è mancanza: mancanza di essere, mancanza di bene: questo è suo proprio. L'essere umano è una creatura di un'ora destinata a morire, polvere alla polvere, di cui il fiore appassisce, e la gloria, la bellezza, la forza passano, si sciolgono e periscono. "Perché dunque si insuperbisce la polvere?" chiede l'Ecclesiastico (cfr Siracide 10,9).

La ribellione è empia perché è contro il nostro Padre Celeste che occorre amare con l'amore di pietà: Egli che ci ha creati, che ci conserva in esistenza, che ci ha resi figli adottivi col dono gratuito della Grazia; è empia perché è contro il nostro Fratello e Redentore Gesù Cristo che ha preso su Se stesso tutti i nostri peccati e li ha espiati tramite la Sua Passione e Morte in una certa infinità di sofferenza.

Ma Dio non è solo l'amore e la misericordia stessa, bensì anche la santità e la giustizia, e non sarebbe la santità né la giustizia se non vendicasse le offese commesse contro di Lui. "Colui che abita nei cieli riderà su di loro" leggiamo nello stesso Salmo 2. Ci sarà dunque una punizione per ribelli a causa di questa ribellione: una punizione temporale o eterna, secondo la gravità del peccato e secondo il loro pentimento. Ma secondo la gravità del peccato, soprattutto per coloro che sono direttamente contro Dio, ci può essere anche un castigo che coinvolga gli innocenti (per esempio tramite i disastri naturali o le guerre, come la Madonna di Fatima ha chiaramente constatato).

Per evitare questo ultimo pericolo bisogna riparare. La Santa Messa celebrata con questo intento è una riparazione, ma invito tutti, carissimi fedeli, e me per primo, a fare anche la propria riparazione: lo sforzo di combattere un determinato peccato o vizio abituale del nostro carattere; o l'impegno più serio per la Preghiera o la conversione.

Il Signore è molto offeso, ma sarà consolato da un amore più grande, più fervente da parte dei suoi amici.

Amen.

 

Padre Konrad Zu Loewenstein