La crisi in amore e nella vita

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Da tempo ormai si sente riecheggiare la parola “crisi”: crisi in ambito sociale poiché si sono persi i concetti di etica e di morale, crisi in ambito economico poiché l’interesse è perseguito con ogni mezzo e a qualunque costo, crisi in ambito lavorativo perché la furbizia e la disonestà sono all’ordine del giorno e, soprattutto, crisi in ambito sentimentale perché si è perso il significato dell’amore.

Proprio il mondo sentimentale, quello in cui tutti cercano riparo, è il luogo dove tale crisi si acuisce. La prova? Matrimoni che si dissolvono come neve al sole, convivenze in aumento direttamente proporzionale al loro puntuale disfacimento, fidanzamenti soffocati da un sentimentalismo infantile scambiato per autentico amore… E la felicità che sembra andare a farsi benedire, avendo abbracciato proprio l’opposto di quel che si cercava. Sì, addirittura l’opposto poiché non esiste nulla che assomigli di più all’amore come il suo contrario!

Concreto perciò, quando si è alle prese con i sentimenti, è il rischio di cogliere un grande e pericoloso abbaglio: grande perché tutta la propria persona ne è investita e coinvolta;  pericoloso poiché dalle azioni che ne possono discendere si generano conseguenze molte volte fatali che impediscono il ritorno indietro e la riparazione…

Adamo, personaggio dell’opera teatrale “La bottega dell’orefice” scritta da Karol Wojtyla, così si esprime al riguardo: “Proprio questo mi costringe a riflettere sull’amore umano. Non esiste nulla che più dell’amore occupi sulla superficie della vita umana più spazio, e non esiste nulla che più dell’amore sia sconosciuto e misterioso. Divergenza tra quello che si trova sulla superficie e quello che è il mistero dell’amore…ecco la fonte del dramma. […]  La superficie dell’amore ha una sua corrente, corrente rapida, sfavillante, facile al mutamento. Caleidoscopio di onde e di situazioni così piene di fascino. Questa corrente diventa spesso tanto vorticosa da travolgere la gente, donne e uomini. Convinti che hanno toccato il settimo cielo dell’amore, non lo hanno nemmeno sfiorato. Sono felici un istante, quando credono di aver raggiunto i confini dell’esistenza, e di aver strappato tutti i veli, senza residui. Sì, infatti, sull’altra sponda non è rimasto niente, dopo il rapimento non rimane nulla, non c’è più nulla. Non può, non può finire così! Ascoltate, non può. L’uomo è un continuum, una integrità e continuità, dunque non può rimanere un niente”.

Adamo ci vuole mettere in guardia: prima di tuffarci nell’amore, sappiamo che cosa è l’amore? E dove trovare la giusta risposta? Dove risiede la verità sull’amore, in modo che non possa rischiare di sbagliare nella lettura dei miei sentimenti più intimi?

La chiave di lettura, ciò che svela che cosa è l’amore, è l’uomo. Conoscere l’uomo è scoprire il segreto dell’amore. E chi ci svela chi è l’uomo, quale è la verità riguardo l’uomo? È Gesù, l’unico uomo e al contempo unico vero Dio che non ha proclamato di possedere la verità, ma di essere la verità!

Egli ancora oggi ci parla attraverso la Chiesa, da Lui voluta e fondata, custode della Tradizione: basta accostare l’orecchio e mettersi in ascolto… ma, talvolta, quanto è difficile!

Perché questa difficoltà, questa resistenza? Il card. Carlo Caffarra risponde: “La cultura in cui viviamo è una cultura che in larga misura ignora la verità dell’amore perché ignora la verità circa l’uomo”.

Ed è proprio così: la nostra società è malata, infettata di quel gaio nichilismo che induce a vivere senza saperne il perché, rinunciando volontariamente, quasi spensieratamente, allo sforzo di chiedersi: perché sono al mondo? Chi sono io? Quale senso ha la mia esistenza? 

Non si vuole rispondere volontariamente a questi interrogativi, attivando un vero e proprio suicidio della propria ragione, perché si è deciso che senza porsi domande l’esistenza corrisponda ad una strada in discesa …vivere seguendo solo i propri istinti… In tal modo, convinti di essere più leggeri, senza doveri, responsabilità e impegno per dissetare la sete di verità che risiede in ogni persona, ci si crede liberi di muoversi ovunque quando invece… si è mossi ovunque. 

La libertà è in realtà schiavitù, la coscienza soffocata, la volontà venduta “per trenta denari”, l’amore è svanito, la felicità rimane una chimera …satana ci è accanto…

 

Stefano Arnoldi


Documento stampato il 27/07/2024