I Comandamenti di Dio/2

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I Comandamenti di Dio si possono osservare? I Comandamenti di Dio si possono osservare tutti e sempre, anche nelle più forti tentazioni, con la grazia che Dio non nega mai a chi Lo invoca di cuore.

Il Concilio di Trento insegna che Dio non domanda mai all'uomo cose impossibili, ma lo esorta a fare tutto ciò che gli è possibile e, se non gli fosse possibile, deve chiedere aiuto a Dio affinché possa. L'osservanza di alcuni Comandamenti a volte sembra troppo difficile, o impossibile: ad esempio per i giovani rispettare il sesto Comandamento. Ma nei grandi pericoli e nelle forti tentazioni, Dio ci viene sempre in aiuto quando le nostre forze non fossero sufficienti; si pensi ad esempio che santa Maria Goretti diede la vita per salvare la purezza verginale.

Dio interviene sempre con la sua grazia se noi Lo preghiamo con umiltà, con fiducia, con devozione e perseveranza: senza uno speciale aiuto di Dio, non è possibile infatti perseverare nella grazia evitando il peccato mortale. Lo Spirito Santo afferma: Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre il vostro potere, ma con la tentazione provvederà anche al buon esito, dandovi il potere di sostenerla (1 Cr 10, 13). Perciò è necessaria la preghiera instancabile, affinché con la grazia di Dio saremo sempre vittoriosi.

Siamo obbligati a osservare i Comandamenti di Dio? Siamo obbligati a osservare i Comandamenti di Dio, perché sono imposti da Lui, nostro Padrone supremo, e dettati dalla natura e dalla sana ragione.

Prima che Dio dettasse il decalogo, Egli aveva preannunciato: Io sono il Signore Dio tuo. Dio è infatti il nostro Signore, ossia il nostro Padrone assoluto, e come tale ha l'obbligo di comandare le sue creature, che devono accettare liberamente la Sua Santa Volontà.

Anche la legge naturale esige che amiamo Dio e rispettiamo il prossimo, nel modo in cui è imposto nel Decalogo. Ad esempio, quando Caino uccise Abele, Dio disse: La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Or dunque, sarai maledetto sopra la terra, che ha aperto la sua bocca e ha ricevuto il sangue di tuo fratello dalla tua mano (Gn 4, 9-11). La voce del sangue, cioè il vincolo di parentela naturale, esige che amiamo i fratelli e i congiunti e non facciamo loro del male: ciò è anche detto nel quarto e quinto Comandamento.

Infine, la sola intelligenza, quand'è pura e non ottenebrata, comprende facilmente quali sono i nostri doveri verso Dio e verso il prossimo.

Chi trasgredisce i Comandamenti di Dio pecca gravemente? Chi deliberatamente trasgredisce anche un solo Comandamento di Dio in materia grave, pecca gravemente contro Dio e perciò merita l'Inferno.

Le cose comandate o proibite dai divini Comandamenti possono essere materia di peccato grave (come il suicidio, la bestemmia, l'adulterio); perciò, se con piena avvertenza e deliberato consenso si trasgredisce la legge di Dio, si fa un peccato mortale, che merita l'Inferno.

Nei Comandamenti che cosa si deve notare? Nei Comandamenti si deve notare ciò che è ordinato e ciò che è proibito.

La legge di Dio impone sì di allontanarsi dal male, ma anche di operare il bene.

I Comandamenti che proibiscono direttamente il male sono detti negativi e sono otto: il primo (Non avrai altro Dio fuor che Me); il secondo (Non nominare il nome di Dio invano); il quinto (Non uccidere); il sesto (Non commettere atti impuri); il settimo (Non rubare); l'ottavo (Non dire falsa testimonianza); il nono (Non desiderare la donna d'altri); il decimo (Non desiderare la roba d'altri).

Invece i Comandamenti che ordinano direttamente di fare il bene  e indirettamente proibiscono di fare il male contrario sono detti positivi e sono due: il terzo (Ricordati di santificare le feste) e il quarto (Onora il padre e la madre).


Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X


Documento stampato il 29/03/2024