Politicamente corretto: origine, essenza e meccanismi

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Gli illuminati, una volta acquisito il potere (“una volta fatta l’Italia”), si sono dati l’obiettivo di imporre la loro cultura neognostica (“bisogna fare gli italiani”). Per raggiungerlo hanno posto a guardia della rivoluzione, con funzioni di propaganda, regolazione e sanzionamento delle persone scelte e cooptate tra i politici, i giornalisti, gli uomini di spettacolo, i magistrati, ecc.. In parallelo hanno posto mano a strumenti come la scuola, i mass media, la legislazione, la magistratura, stravolgendoli per asservirli ai loro fini.

La penetrazione delle idee sovversive avviene in modo graduale:

- Dapprima vengono divulgati capillarmente gli elementi costituenti dell’ideologia rivoluzionaria

- In seguito si provvede a sacralizzarli in forma di dogmi e rituali

- Infine il braccio legislativo-giudiziario si occupa di calare la scure su coloro che ardiscono rifiutarli.

La prima fase viene portata a compimento alterando i meccanismi naturali per cui le idee nascono dalla realtà. Si tratta di fare in modo che le cose non siano viste come sono, ma come l’ideologia vuole che siano viste e giudicate. Vari stratagemmi sono correntemente impiegati al fine di rendere più facile, e quasi automatica, l’introiezione, da parte dell’opinione pubblica, del Nuovo Pensiero:

- L'inquinamento dell’informazione, mescolando verità e menzogna oppure gonfiando e minimizzando ad arte le notizie

- Il sottoporre le opinioni dei cittadini al giudizio inesorabile di un tribunale senza appello composto dai guardiani della sovversione e presieduto dagli illuminati

- L’offuscamento dei campi del sapere, attraverso la moltiplicazione delle opzioni (teorie, movimenti, ecc. al limite dell’improbabile, dell’assurdo o dell’anomia)

- L’agitazione di allarmismi impropri (muore un bambino ogni 5 secondi, copyright Unicef settembre 2018)

- L’allestimento di psicodrammi ben mirati, riproposti in modo ossessivo da TV e spettacoli (ad esempio la famiglia rappresentata come un inferno)

- La creazione di miti, idoli, fantasie di potenza (con speranza di superamento di ogni limite naturale)

- Il ricorso al vittimismo ricattatorio delle più disparate minoranze, rivendicanti pseudodiritti negati o discriminazioni inesistenti.

Linguaggio - Importanza e manipolazione

Su tutti questi è preminente l’uso spregiudicato del linguaggio.

Noi pensiamo per immagini e concetti, evocati e definiti dalle parole che adoperiamo. Secondo von Foerster, il linguaggio non è un semplice veicolo mediante il quale convogliamo esperienze ed idee, può diventare lo strumento che controlla le nostre esperienze ed idee.

Scriveva Fabricius, un naturalista del '700: "Nomina si pereunt, perit et cognitionem rerum". Se le parole periscono, muore anche la cognizione della realtà.

Il linguaggio è dunque un bene preziosissimo.

Non deve stupire quindi che anche un semplice irritante linguistico possa avere un effetto patogeno sul tessuto sociale.

Né deve stupire che la capacità di imporre i propri dogmi tramite il linguaggio sia lo strumento principe utilizzato dai rivoluzionari neo-gnostici.

Con la corruzione del linguaggio è possibile non solo scardinare l'esistente, sostituire la vecchia visione del mondo colpevolizzando la memoria storica, ma anche dare origine a nuove realtà (es.: il gender): i mutamenti lessicali provocano mutamenti reali sul nostro modo di pensare e di vivere.

Molti concetti sono stati forzati a significare quello che piace al potere, mentre le forme di pensiero invise al potere, diventano difficili o impossibili da esprimere: se una lingua non è sufficientemente articolata, il pensiero non ha più lo sbocco per esprimersi; restringendo il lessico si riducono i concetti e le idee che si possono "pensare".

Essenza del politically correct

Il risultato di secolari e graduali mutamenti nel linguaggio ha dato forma a ciò che oggi chiamiamo politicamente corretto.

Non dell’esito di un progetto, ma della cristallizzazione di forme verbali e comportamentali propagate prima e tutelate poi dal sistema fino a formare un vero e proprio codice ideologico dell’ortodossia illuminatica.

È uno strumento che agisce in modo automatico: pochi si rendono conto di essere stati defraudati nel loro rapporto personale con la realtà, la verità e la storia.

Tramite la sacralizzazione di alcuni totem e tabù, il politically correct è assurto a canone della religione civile dell’occidente postmoderno: contro le credenze veicolate dal newspeak, non sono ammessi tentativi di revisione storica, di valutazione logica o di controllo scientifico. Si arriva per paura a non prestare fede ai concetti nel caso che le relative espressioni non siano in linea con i dogmi, le ipocrisie e i divieti pensiero corrente.

E così, senza grandi combattimenti, la storia è stata riscritta, le mentalità dei più sono in corso di modificazione, la letteratura e l’arte saranno un giorno ripulite: non si oserà più mettere Maometto all’Inferno.

Media e politici hanno concorso nel decretare il successo delle nuove modalità espressive, i primi con la martellante ripetizione dei mantra di regime, i secondi col farsi scudo della correttezza verbale per prevenire attacchi e denigrazioni.

Meccanismi operativi

Di meccanismi operativi ve ne sono di 3 tipi, uno basato sulla variazione del significato delle parole, il secondo per ammantare di positività alcune di esse, il terzo per anatemizzare chi osasse profferirle.

Variazioni semantiche

Nascono per annientare i pensieri pericolosi e promuovere gli elementi base dell’ideologia..

Il caricare positivamente le parole che veicolano concetti e ideologie funzionali alla sovversione, la loro ripetizione ossessiva, consente di modellare un’umanità docile: diventa naturale applaudire acriticamente ogni spinta innovativa/egualitaria/libertaria, così come osteggiare fermamente ogni pensiero controrivoluzionario.

Il deterioramento delle parole comporta il deterioramento dei pensieri corrispondenti, favorendo il formarsi di una visione del mondo alterata. Vediamo ora alcuni di questi espedienti semantici: 

Parole divisive

Il linguaggio cuce e separa, può unire e può dividere. Gli espedienti semantici finalizzati a dividere adempiono alla funzione di:

- emarginare il pensiero divergente dall’ortodossia – fino ad espellerlo dalla società conformata. Anche l’indagine scientifica, economica e storiografica viene ostacolata od impedita, mentre la valutazione critica di alcune aree sensibili (regime fascista, invasione immigrazionista, ruolo degli ebrei) è soggetta ad autocensura preventiva

- ridicolizzare, screditare, mettere a tacere, eventualmente criminalizzare intere categorie.
Spostando l’attenzione dall’oggetto del contendere e dai giudizi veritativi o etici, l’oppositore viene collocato in una categoria preventivamente caricata di valenze ideologico-comportamentali negative. Operazione di terrorismo intellettuale che spoglia l’avversario della sua umanità per assimilarlo ad archetipi maligni preconfezionati e quindi riducendolo ad un avatar del male.

Vi sono vari livelli di riprovazione

- Ad un primo livello troviamo alcuni termini, precedentemente positivi o neutri, caricati di valenze negative. Le parole avvelenate sono impiegate per squalificare un’intera area politica, la religione cattolica, la morale tradizionale. Es.: destra, populisti, oscurantisti, maschilisti

- Ad un livello contundente superiore troviamo le parole denigratorie. Esse hanno il potere di far scattare l’esecrazione pubblica a comando, vere armi improprie per neutralizzare gli avversari del Nuovo Ordine. Es.: integralista, complottista

- Carichi di ferocia occisiva sono gli ostracismi ed anatemi lanciati contro ogni possibile opposizione.
Sono parole accusatorie, utilizzate come clave, per condannare i riottosi alla morte civile. È la tecnica detta “avvelenamento del pozzo” Es.: i nuovi gravi peccati: razzismo, antisemitismo, fobie varie

Parole aggreganti

Contando sul totale possesso dei media, alcuni termini, in origine neutri, sono stati caricati di valenze aprioristicamente positive. Fra queste:

- Gli ideologumeni, vale a dire gli elementi costituenti del politically correct. Sono parole-mantra, che vengono ripetute infinite volte, al modo degli slogan commerciali ("il mondo crede a ciò che viene detto e ripetuto, non a ciò che è vero"). Es.: dialogo, società multietnica

- Le parole incantatrici che evocano miti, leggende, idoli e fantasie della rivoluzione. Essendo in genere astratte e difficili da contestare, catturano consensi in modo automatico. Es.: democrazia, diritti umani, pace

- Gli stereotipi luogocomunisti che agiscono da salvacondotto. Permettono di vivere ed operare senza disturbi all’interno del carcere invisibile approntato dal morbido totalitarismo democratico. Possono riguardare: - la politica. Es.: antirazzista, antifascista - i fenomeni sociali. Es.: accoglienza- l’etica. Es.: reproductive rights

Conclusione

Ida Magli: “plasmare i sentimenti e i giudizi attraverso il linguaggio è un’operazione non soltanto profondamente violenta ma anche pericolosissima” perché con il pensiero l’uomo coglie le differenze, individua le forme e, con il linguaggio, dà loro il nome che le definisce”.

Spogliato del senso comune, il cittadino è indotto ad indossare gli occhiali dell’ideologia e ad avvalersi del lessico che gli è stato approntato dai Padroni del Discorso. E così le brutture reali vengono velate da parole ingannevoli, mentre dall’orizzonte futuro sono scomparse nella nebbia speranze e ideali.

Estirpare dalle parole il loro senso originale e coniarne di nuove e truffaldine rende possibile sviluppare argomentazioni fallaci: la sofistica, sconfitta da Socrate è ritornata in grande stile grazie all’azione degli Illuminati.

La distorsione dei termini comporta anche la distorsione etica: dai paralogismi sorgono i paramoralismi e la distruzione dell’etica naturale.

Il condizionamento, soprattutto per le generazioni a venire, non è solo una minaccia alla libertà, è anche un attentato alla loro sanità mentale, culturale e spirituale.

Bisogna infine prendere atto che, anche tramite la riprogrammazione linguistica, gli eredi dei Rosacroce mirano a distruggere completamente non solo “l’ordine spirituale, morale, politico, socio-economico”[3], ma anche l’ordine stesso del creato: l’ultima frontiera della rivoluzione mira ad instaurare un post-umanesimo che prescinde dalla natura e dalle sue leggi.

Dalle aprole ai fatti

Le parole non sono mai innocue: parole oggi delegittimanti, possono in futuro diventare capi di imputazione. All'intolleranza culturale che mette in ridicolo le voci non allineate, puntualmente seguono leggi liberticide che inventano e sanzionano nuovi reati, quelli commessi da coloro che osteggiano l'avanzare tracotante del caos.
Ad esempio, in nome del principio di non-discriminazione, per tutelare ogni possibile minoranza [4], sono banditi i giudizi negativi (che si possono configurare come reati di istigazione all'odio e alla violenza).

La storia insegna che dalla demonizzazione verbale si può passare all’annientamento fisico, sia da parte di gruppi fanatizzati, sia ad opera dello Stato stesso.

Reagire

Contro la dittatura del politically correct siamo tutti chiamati a ritornare al reale ed a fidarci del senso comune piuttosto che dei racconti dei media. Bisogna ristabilire la corrispondenza tra realtà ed intelletto, vale a dire la verità, così come la definì san Tommaso d'Aquino.

Teologicamente, “la dimensione linguistica dell'uomo ha un fondamento nel Verbo, nella verità divina. Il linguaggio del mondo è contenuto in Dio, perché in Dio sono contenute le cose al modo divino [...] Le cose sono un linguaggio in Dio” [5].

 


Oreste Sartore

 

Note

[1] Humpty Dumpty, il goffo personaggio a forma di uovo, ne era orgoglioso, tanto da confessare ad Alice: “Quando io mi servo di una parola, quella parola significa quello che piace a me, né più né meno. (…) Quando faccio fare a una parola un simile lavoro (…), la pago sempre di più”.
All’inferno, diceva C.S. Lewis, ci deve essere un ufficio per la corruzione dei significati e lo scambio delle parole.

[2] È un passare ad un secondo senso della parola riconoscimento, centrato su una identità (particolare e minoritaria), v. Thibaud Collin, Le mariage gay. Les enjeux d’une revendication, Paris 2005

[3] Massimo Viglione, La nuova lingua degli schiavi, 24 ottobre 2016, v. qui

[4] alla base del politically correct vi è una concezione paranoica e devastatrice di uguaglianza

[5] don Gianni Baget Bozzo, San Tommaso dopo il postmoderno, Studi Cattolici settembre 2002

 


Documento stampato il 05/11/2024