L'Europa è morta. Abbandoniamo il cadavere

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L'Europa apostata ha rinnegato formalmente tutti i suoi valori fondanti e non le è rimasta che una caricatura di essi, una caricatura blasfema e disgustosa che ha in Charlie Hebdo l'immagine oggi più rappresentativa. Non c'è quindi da stupirsi che, davanti a una cultura e una civiltà del nulla, come le definiva il Card. Biffi, una cultura intrinsecamente violenta, come l'Islam, ma con una identità forte abbia la meglio e non trovi chi la ostacoli. Per difendere il nulla nessuno è disposto a dare o anche solo rischiare la vita. Tutt'altra situazione fu quella, più volte avveratasi, in cui lo stesso Islam violento e barbaro cercò nei secoli passati di occupare l'Europa cristiana, che da cristiana si comportò, respingendo il nemico con la preghiera e con le armi.

Oggi invece abbiamo una cultura del nulla che "accoglie" in modo indiscriminato (per paura della "discriminazione") amici e nemici, buoni e cattivi, cristiani e islamici, e a tutti dà sussidi. Che numericamente sono tutti però a favore degli invasori, i quali, avendo ancora speranza, da un punto di vista sociologico e culturale, lo dimostrano facendo figli e facendone in abbondanza.

La morte culturale dell'Europa è ben rappresentata dal viso inespressivo di Hollande che spaccia la volgarità blasfema di Charlie Hebdo per valori democratici da difendere, propagandare, finanziare.

Ma, quel che è peggio, questa morte dell'Europa è testimoniata da gran parte della stessa Chiesa Cattolica che ha dimostrato e sta dimostrando la propria inconsistenza spirituale e culturale cedendo le chiese agli islamici, omettendo di nominare l'islam quando si parla di terrorismo islamico, sproloquiando di dialogo e di accoglienza mentre il nemico si prepara a sgozzare gli stessi che vanno ripetendo il mantra ossessivo del dialogo. La situazione è uguale a quella del paese in cui le autorità civili e religiose offrivano vergini da sbranare a un drago terribile, nella vana speranza che a furia di alimentarlo con la vita dei propri cittadini gli passasse la fame. Ci volle un santo, il glorioso san Giorgio, che - bando alle ciance, al dialogo, all'accoglienza del diverso ecc. ecc. - fece l'unica cosa da fare: ammazzò e sbudellò il drago senza pensarci due volte.

Credo che a viste umane non ci sia la possibilità che né la politica né la Chiesa abbiano la forza di fare il proprio dovere di fronte al drago e ai suoi orchi. Io come piccolo e privato cittadino della città degli uomini e della città di Dio ormai penso che sia giunto il tempo di abbandonare il cadavere putrescente dell'Europa perché gli orchi e il drago compiano l'ultimo scempio su di esso. Preferisco cercare un'altra patria, dove ancora si sia disposti a combattere, a uccidere e a essere uccisi per valori che siano davvero tali, fossero anche imperfetti. Cercherò un paese dove emigrare che mi permetta di nutrire i miei figli e di vivere libero, un paese dove ci sia una chiesa che non dice che "nel matrimonio omosessuale ci sono elementi di santificazione". Una chiesa dove un vescovo dice queste bestialità senza essere ridotto allo stato laicale e gettato sul lastrico il giorno stesso è una chiesa nemmeno più casta meretrix, ma una cadavere putrescente e verminoso da seppellire e da cui fuggire con orrore. E questa è purtroppo la Chiesa come istituzione ormai.

Per trovare la Chiesa di Cristo, viva, apostolica, che evangelizza, che muore per testimoniare Cristo Re dell'Universo, ormai si deve cercare col lanternino fra preti, vescovi e cardinali emarginati dalla Chiesa istituzionale stessa per la loro fedeltà a Cristo, alle fede e alla dottrina cattolica di sempre. Nel mio piccolo io non collaboro più economicamente al finanziamento della CEI da tre anni. Cerco di vivere con fede i sacramenti andando da preti che abbiano ancora la fede di sempre. Gli altri li giudichi Dio, io certamente non li approvo né li sosterrò mai più, qualunque grado nella Chiesa occupino.  

Giovanni Zenone

 

(lavocedidoncamillo.com)


Documento stampato il 28/03/2024