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La mediocrità impedisce ogni seconda nascita

La frase è di Bernanos nei Dialoghi delle carmelitane, e può far luce su aspetti drammatici della vita quotidiana. Dice: “A ben considerare, la condizione di una persona mediocre, dal punto di vista morale, mi sembra più deplorevole di quella di un brigante.  Il brigante si può convertire, e così sarà per lui una seconda nascita. La persona mediocre, sotto il profilo etico, non ha più da nascere, è nata. Ha mancato la sua nascita e, salvo un miracolo, resterà sempre un aborto”.

In una prospettiva cristiana, l’affermazione è di una verità sconvolgente. Meglio, molto meglio il peccatore “professionista” che un distratto “dilettante” il quale non si decide né per, né contro Dio. Il mediocre risulta un rinunciatario di Dio e degli uomini. Trascina una vita mesta. Ed è come una palla che ha raggiunto terra scorrendo per un piano inclinato: non rimbalza: sta.

L’osservazione vale anche per chi non crede, e vale un poco per tutti i settori della vita. Persone che si impegnano nel lavoro con la legge del minimo sforzo e del massimo rendimento.

Persone che amano finché c’è il tornaconto e non c’è da soffrire. Persone senza un guizzo di fantasia e un impeto di entusiasmo.

Meglio dei vigliacchi, verrebbe da dire. Poiché la mediocrità pare senza speranza.

“Salvo per un miracolo” aggiunge Bernanos “un miracolo a cui bisogna sempre essere disponibili. Ed è forse avvenimento più grande della conversione di un peccatore incallito”.

Una precisazione: si può essere mediocri nel comportamento, nei gesti, nei risultati; ed essere decisi e risoluti nei propositi, nelle intenzioni, nei desideri. Questo, tra ciò che si vuole e ciò che si riesce a essere, è lo scarto della nostra condizione umana di miseria e di nobiltà.

Saremo giudicati sulle intenzioni. Anche qualche esito non mancherà, se non ci stancheremo di riprendere dopo ogni caduta. 

Mons. Alessandro Maggiolini (1931-2008) compianto Vescovo di Como 

 

(Fonte: dal libro PIU' NULLA DA DIFENDERE, ed. San Paolo).