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Resistere e perseverare

[Editoriale n.1 - novembre 2015]

Dinanzi al manifestarsi in tutta la sua virulenza del disfacimento liturgico e dottrinale nella Chiesa apostolica romana, crediamo siano fondamentali due aspetti che interpellano le coscienze di chiunque si dica cattolico:

- il primo è prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo nella Chiesa “poiché – come scriveva mons. Antonio De Castro Mayer (Carta pastorale, 11 aprile 1971) - lavora nel seno della Chiesa una crisi generalizzata e senza precedenti […], crisi di autodemolizione perché, guidata da membri della Chiesa, [che] scuote in profondità la coscienza dei fedeli, in quanto li confonde in ciò che hanno di più essenziale nella religione”.

Si tratta di un'autentica cospirazione per demolire la Chiesa. Ciò si realizza facendo ricorso all'ambiguità di linguaggio e all'incertezza nell'esposizione della sana Dottrina, tacendo su alcuni misteri fondamentali del cristianesimo e arrivando persino a rimuovere alcune verità di fede.

Questo vergognoso comportamento trova sponda nel Concilio Vaticano II per mezzo del quale, tolta di mezzo lo scudo salvifico della Messa cattolica (cosiddetta impropriamente “in rito antico”), il modernismo ha proseguito il malefico progetto di demolire la Verità attraverso la cosiddetta pastorale, con ciò abbattendo i due pilastri su cui si fonda la Chiesa di Cristo: la Liturgia e la Dottrina.

In mezzo ai fedeli – continuava mons. Antonio De Castro Mayer - vi è perciò, un movimento, dall'azione duplice, ma convergente nella formazione di una nuova Chiesa, che può essere soltanto una nuova falsa religione: da un lato, si generano incertezze sui misteri rivelati; dall'altro, si struttura una vita cristiana secondo i gusti dello spirito del secolo. […]

[I nuovi teologi della nuova Chiesa] desiderano soddisfare la mentalità moderna. Per loro l'aggiornamento della Chiesa consiste nell'adattamento della sua dottrina a questa mentalità. E, siccome l'uomo moderno ha formato il suo pensiero in un ambiente culturale tutto rivolto verso le apparenze, verso i fenomeni e, inoltre, avverso alla metafisica, la Chiesa, dicono i nuovi teologi, per non sprofondare ha bisogno di accordare la sua dottrina a tale modo di pensare. Non si capisce come questo atteggiamento possa sfuggire all'errore modernista, per cui il dogma si evolve dall'uno all'altro significato, secondo le esigenze culturali dell'epoca in cui viene enunciato.

Ricordiamo che la Verità rivelata si comunica al mondo in un linguaggio umano. Questo linguaggio, per quanto inadeguato, non è semplice simbolismo; esso deve esprimere, oggettivamente, ciò che è il mistero di Dio, benchè non lo manifesti nella sua ricchezza inesauribile. Ecco la ragione per cui le formule dogmatiche non possono evolversi mutando di significato. La fede, una volta trasmessa, dice San Giuda Taddeo, è trasmessa “una volta per tutte”.

Essa è immutabile e invariabile. Non patisce addizioni, sottrazioni o alterazioni. Può essere illuminata, non può trasformarsi”.

- Il secondo aspetto riguarda il dovere di resistere ai demolitori della Chiesa di Cristo rimanendo fedeli all'insegnamento cattolico autentico, ancorati alla Tradizione.

E dal momento, come sottolineava Papa San Pio X, che “un Sacerdote che non è santo non solo è inutile ma riesce dannoso alla Chiesa", è quanto mai di assoluta importanza cercare i pochi, pochissimi sacerdoti ancora degni di questo nome e aggrapparsi a loro.

Alla stesso tempo non seguire, nè anche solo ascoltare, quei sacerdoti (che operano soprattutto nelle parrocchie) e religiosi che hanno tradito l'insegnamento perenne della Verità e che con il loro ignobile comportamento si fanno complici del male nonchè suoi esecutori materiali per portare anime alla perdizione. 

Come riconoscere questi lupi travestiti da agnelli? Sono coloro che, sotto le mentite spoglie della misericordia, diranno a parole di amare la Chiesa quando nei fatti la odiano visceralmente come odiano la Tradizione, come detestano la Messa in rito antico, la vera Messa cattolica (né saprebbero celebrarla), la Messa dispensatrice di Grazie, la Messa che procura la conversione dei cuori e che perciò converte. Questi tali hanno il terrore della conversione vera. E odiano tutti coloro che intendono rimanere fedeli a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato... Dunque è bene prendere coscienza di quanto vere e attuali sono le parole proferite da Cristo: “Hanno odiato Me, odieranno anche voi”.

Nel Vangelo infatti risuonano queste santissime parole piene d'amore: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come tralcio che inaridisce, e viene poi raccolto e gettato ad ardere nel fuoco. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Perseverate nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 4 -11)

E da qui l'avvertimento: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. (Gv 15, 18-20)

Prepariamoci dunque alla testimonianza di Fede e alla battaglia perché è giunto il tempo in cui non è più possibile tergiversare: Cristo stesso ci chiede di essere suoi discepoli. A noi la scelta: voltarsi dall'altra parte come il clero di Giuda e i suoi seguaci o rimanergli fedeli...fino alla fine.

 

La Redazione