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Il lessico politicamente corretto dei radicali

Da tempo è partito un attacco convergente contro l’istituzione familiare, un attacco come mai c'è stato nella storia. In questo quadro si inseriscono le leggi che consentono di abortire i nascituri e di uccidere i malati, il sotterraneo lavorio per sottrarre l’educazione dei figli ai genitori, le facilitazioni medico-legislative per concepimenti non naturali, il tentativo dissennato di abolire la distinzione tra maschio e femmina.

Occorre prendere atto che la società moderna, fondata su un’ideologia scientista ed utilirista, non riconosce alcuna legge naturale e, in particolare, osteggia senza sosta la famiglia tradizionale. La famiglia è la bestia nera sia dell’individualismo capitalista che del collettivismo comunista, in quanto fonte di paradigmi alternativi alla tirannia dal duplice volto. Viceversa, una comunità di soggetti privi di legami duraturi, è facilmente riducibile ad un mondo di individui manovrabili ed influenzabili.

Mons. Alessandro Maggiolini (1931 – 2008) aveva analizzato le motivazioni di una tale strategia: "Un potere dittatoriale, dove il nuovo principe voglia provocare un'accoglienza e perfino un desiderio di valori prestabiliti, di solito inizia dal dissolvimento della famiglia. Dopo di che sarà spianata la strada all'accentramento forzato - magari elegantemente e dolcemente forzato - della scuola, delle attività di svago, delle premure assistenziali rivolte ai poveri e agli ammalati, delle imprese di lavoro, ecc. L'individuo isolato è più facile preda di un progetto di anonimizzazione sociale, che non una persona protetta e stimolata a crescere dentro un quadro di accoglienza domestica, ecclesiale, scolastica. Qui il soggetto impara assai più agevolmente a pensare con la propria testa e a decidere in modo autonomo"[1].

Mons. Luigi Negri ha delineato la portata del conflitto: oggi “non c’è più posto per la famiglia come non c’è più posto per la Chiesa perché esse indicano, in una società come quella di oggi, un mondo diverso, un mondo totalmente diverso, retto da un’immagine d’uomo diversa, retto da una concezione diversa della vita, dei rapporti fra gli uomini e dell’amore dell’uomo per la donna. Insomma la famiglia rende presente un mondo che la mentalità dominante non può sopportare” [2].

I seguaci del radicalismo per decenni hanno attaccato la famiglia naturale, dipingendola come una prigione, una gabbia che soffoca la donna, il regno di padri orrendi. E lo hanno fatto anche coniando un linguaggio utile ai loro scopi, subito fatto proprio dalla cultura asservita, e infine imposto alle masse tramite lo spettacolo, le arti visive, i media.

parole-talismano

Per combattere la famiglia naturale il radicalismo si fa scudo di alcune parole-talismano, quali: autodeterminazione, diritti civili, ecc.

autodeterminazione

L’autodeterminazione della donna (l’anello fragile della catena) ha aperto le porte al divorzio e all’aborto.

Con la legge sul divorzio (1970, n. 898) la precarietà è entrata a minare l’istituto del matrimonio, sostituendolo con una sua deformazione, la scelta a tempo determinato, non più patto per la vita ma accordo transeunte solubile ad nutum per semplice volontà di una delle parti. Ne sono vittime i figli, soggetti a sofferenze, turbe, disagi sessuali.

Pochi anni dopo, con la famigerata legge sull’aborto (1978, n. 194), si è dichiarato lecito l’omicidio del nascituro [3], esserino inerme ed innocente. Mandante la madre che lo portava in grembo, esecutore il medico, reo di spergiuro nei confronti del giuramento di Ippocrate [4].

Per velare l’abominio è stato eufemisticamente chiamato interruzione volontaria di gravidanza [5].
In realtà la parola interrompere è sviante in quanto implica un’azione che si può riprendere successivamente, il che non è vero: la gravidanza che è stata interrotta è stata eliminata e non è più recuperabile, il bambino che portava è stato ucciso dall’aborto e non ritornerà più in vita.
Quanto a volontaria che fa l’occhiolino alla libertà di scelta della donna, in nome della quale il reato divenne lecito, sarebbe più corretto parlare di intervento richiesto e ottenuto dalla sciagurata gestante. Per molte incoscienti sopprimere il nascituro è compiere un atto di libertà e autodeterminazione da parte della donna.

Dopo anni dall’approvazione della legge, e sei milioni di innocenti cui è stato impedito di nascere, la parola aborto, nel mutato clima culturale, è stata affrancata dall’alone di morte che l’accompagnava ed è diventata neutra, quasi una sigla tra tante, una cura offerta dal SSN [6].

Tra i danni collaterali, di questa legge mortifera, vanno ascritte le pratiche mediche di screening prenatale a scopo di selezione eugenetica. Il nascituro non è perfetto? Aborto terapeutico.

diritti civili

I diritti civili reclamati dall’individualismo libertario servono a tutelare e promuovere con la legislazione i desideri, materiali o edonistici, del cittadino emancipato dalla religione e dalla tradizione.

La loro espansione senza fine afferisce quasi del tutto alla sfera sessuale, a partire dalla richiesta di riconoscimento del cosiddetto matrimonio omosessuale (v. oltre), per finire allo sdoganamento di altri vizi, come la pedofilia.
Gli sponsor di tale operazione culturale sono, oltre ai liberisti, i politici e maître à penser di sinistra, di ogni e più varia estrazione (radicale, marxista, …). Come sempre nella loro storia i rivoluzionari agiscono in nome di un anelito libertario che non si può sopprimere (non possono restare insensibili al grido di dolore che si leva da più parti).

parole-bandiera

Succedanee alle parole-talismano sono i lemmi-manifesto. La loro azione seduttiva è quella di persuadere le masse che il conformismo sia una libera scelta individuale.

Trasgressivo è il nome utilizzato per comportamenti contrari alla moralità benedetti dal potere. Si chiama coraggio (in gergo LGBT outing) l’aver esternato pubblicamente il proprio disordine, o l’aver approvato coram populo un disordine altrui. I più proni al totalitarismo politically correct si illudono nel porsi come nemici di ogni autorità.

Più che gli uomini o le donne il radicalismo si rivolge agli individui, esseri privi di identità storica (lingua, educazione, idee, religione sono solo sovrastrutture imposte) e di appartenenza ad una collettività formatasi nella storia, ad un popolo.

parole codificate

Hanno il duplice scopo di ufficializzare il Nuovo Ordine Sessuale e di convincere i più, con l’ intimidazione e la seduzione, ad accettarne i dogmi. Nel contempo il lessico eroticamente corretto pone teorie e persone che osassero discostarsene in situazione di imbarazzo ed eresia.

L’acronimo LGBT+ è l’ombrello di protezione scudo di tutte le categorie in guerra contro la famiglia naturale.

Per cominciare gli invertiti hanno ghettizzato i normosessuali definendoli, nell’orizzonte omosessualcentrico, come altri da loro, eterosessuali (una definizione per contrapposizione: guai a dirli normali).

Uno sporco trucco dell’ideologia radicale, tramite cui si vuol far passare l’omosessualità (ed a seguire la bisessualità e la transessualità) come una declinazione normalissima del comportamento erotico umano.

La parola è una parola priva di senso e falsa sin nel suo etimo: “sessualità”, in biologia riguarda lo scambio di gameti maschili e femminili tra due sessualità complementari, atta a trasmettere la vita; è perciò la relazione naturale che esiste fra il sesso maschile e il sesso femminile che si uniscono in un incontro prodromo di fecondità.

Far passare l’omosessualità come alternativa di pari dignità alla vera sessualità è una truffa dal punto di vista linguistico ed etimologico; la relazione fra due sessi uguali non è sessualità, ma un’altra cosa, cui è opportuno dare il nome utilizzato in tutti i manuali di psicologia pubblicati fino al 1950: omofilia oppure omoerotismo. In quei manuali l’omofilia era classificata tra le perversioni sessuali.

Anche omosessuale non va più bene: bisogna dire: “gay”. Essendo specializzata nel truffare il popolo con delle parole cambiate di senso o inventate, la Rivoluzione, per i praticanti l’omoerotismo, ha estratto dal cappello di prestigiatore l’acronimo GAY, che da un lato significa “Good As You”, ”valgo quanto te”, dall’altro è traducibile con allegro, felice.Il messaggio è chiaro: gli omosessuali sono tutti allegri e felici.
Con questo lemma accattivante, inventato in America nel 1971, i comportamenti contro natura, riprovati dalla Rivelazione e, sin a poco tempo fa, considerati disgustosi dal comune sentire, grazie ad una definizione auto-celebrativa, che è al contempo una truffa lessicale ed un inaccettabile atto di propaganda, vengono equiparati a frivoli e gioiosi trastulli. Accettare il vocabolo gay, al posto di invertito, pederasta o sodomita, implica infatti lo sdoganamento morale del vizio contro natura: al posto della ripugnanza e della condanna morale e sociale, nella mente dei più è subentrata l’accettazione, la comprensione, la simpatia. Per le aziende più avanzate essere invertito è diventato una tendenza culturale “di successo”, un target privilegiato delle azioni di marketing, mentre lottare insieme a loro contro l’omofobia (v. oltre) è un segno distintivo del sinistrismo imperituro.

Prima che nel campo erotico, l’inversione è stata attuata in campo filosofico: nel momento in cui col relativismo si è negata l’esistenza del vero, del bello e del bene, la normalità ha perso il diritto di cittadinanza: nessuno è normale come nessuno è invertito. Il principio è che tutto ciò che esiste (e che non dà fastidio al potere) deve essere accettato, riconosciuto e tutelato [7].
E così omofilia ed eterofilia sono state poste sullo stesso piano, come se le relazioni omofile fossero perfettamente naturali al pari di quelle fra uomo e donna.

Proseguendo imperterrita nella lotta contro la realtà, l’ideologia ha reclamato le nozze gay, altrimenti dette matrimonio omosessuale.
Qui siamo in presenza di un altro assurdo logico-lessicale, o meglio di una falsificazione della realtà dettata dall’ideologia: il matrimonio è, ed è sempre stato, in tutte le società del mondo, l’unione stabile di un uomo e di una donna , in vista della procreazione. Non è lecito quindi chiamare matrimonio quello di un uomo con un uomo.

Eppure sono riusciti a trasformare questo ossimoro in un diritto fondamentale [8], in una legge di civiltà. Se esistono le coppie omofile, perché negare loro la stessa dignità giuridica di quelle formate da un uomo e una donna?
Il parlamento italiano, con la legge Cirinnà (2016, n. 76), ha aperto le porte all’omomatrimonio, istituzionalizzandolo con il nome anodino di unione civile [9].
Le relative parodie nuziali vengono ormai celebrate in gran pompa in municipio, nelle chiese protestanti e tra poco anche in quelle cattoliche. Uno dei due coniugi presenta l’altro chiamandolo “mio marito”, come ha fatto il premier lussemburghese il 25 mar 2017 a Roma.
Chi si rifiuta di celebrare o registrare l’evento, chi non si sente di fornire torta, confetti, pranzo, fiori, viaggio ed altro può incorrere in varie penalità.

Gli invertiti uniti civilmente hanno reclamato ed ottenuto di essere considerati una famiglia, cosa evidentemente assurda perché, da che mondo è mondo, famiglia significa uomo, donna, capacità di generare in modo naturale e bambini: un’unione tra persone dello stesso sesso non è una famiglia, ma un’altra cosa che, rispetto alla vera e sola famiglia, si configura come una contraffazione ed un’oscena parodia. Gli omoerotici comunque rifiutano il sintagma famiglie omosessuali, preferendo il vezzoso famiglie arcobaleno, che vela l’essenza reale della convivenza omofila, derubricandola a messinscena festosa.

La discesa è fatalmente proseguita: alle famiglie omogenitoriali non si poteva negare il diritto di completare il grottesco quadretto pseudo-familiare con la possibilità di allevare dei piccoli d’uomo.

La sinistra politica ha lanciato alle masse la sua gaia novella: chiunque ambisce a detenere, tra gli altri beni mobili, un trastullo sottoforma di bambino sappia che un figlio lo può adottare, fabbricare e/o comprare.
Con la stepchild adoption alle coppie invertite è consentito prendere in adozione il bambino.
Con la pratica vergognosa dell’utero in affitto (l’eufemismo politicamente corretto è GPA, Gestazione Per Altri), ipocritamente e retoricamente ribattezzata maternità surrogata, si è dato spazio ad aziende che prostituiscono uteri in conto terzi per generare bimbi destinati a coppie dello stesso sesso. La consegna è a pagamento (salvo buon fine, solo per prodotti conformi alle specifiche).
Ad aiutare i desideri di donne lesbiche o single è sorta una seconda categoria di aziende, quella delle banche di sperma che offre sul mercato prodotti selezionati per la fecondazione artificiale.

Ai piccoli, frutto di procreazioni senza unione, è negato il diritto naturale di essere accompagnati sia da un padre che da una madre. Ai conviventi invertiti viene invece offerta dalla politica l’equiparazione a genitori. E per non farli soffrire, a fronte dei padri e madri naturali (pardon, biologici) a tutti viene imposta la dizione orwelliana di genitore A e genitore B.

Sdoganati gli invertiti il passo successivo ed inevitabile è stato quello di rivendicare tra i normo-comportamenti anche la bisessualità e la transessualità, due parole prive di senso per i motivi suesposti: semmai si dovrebbero chiamare bi-erotismo e trans-erotismo. È partita la corsa a dichiarare normale ogni inclinazione sessuale.

Un passo avanti decisivo è stato l’aberrante teoria gender tramite la quale si osano negare dati di fatto naturali, come la dualità dei sessi.
I dati di natura, per i fautori del gender, non sono immodificabili; l'orientamento sessuale è una convenzione, una costruzione soggettiva [10], che può variare in seguito ad un atto della volontà, per aderire ad una gamma di possibilità in incontenibile espansione [11].
Viene a cadere uno dei fattori determinanti dell'identità dell’io, nasce un individuo sessualmente indefinito, il cui precario modo di essere è continuamente modificabile, senza identità di nazione, di classe e di genere.

Logica conseguenza dell’ideologia gender sarà poi lo sdoganamento della zoofilia: se ogni identità sessuale od orientamento di genere è normale, perché escludere la relazione intima tra uomo e animale?

Come tutti i ritrovati dell’ideologia, anche quella del gender ha aperto spazi lucrosi: sono sorti specialisti di identità sessuale, i curatori di disturbi e disforie di genere, medici e chirurgi in grado di eseguire trattamenti per sviluppare un particolare gender.
È stato anche aperto il mercato di prodotti e servizi rivolti a target ben definiti del mondo gender.

Un tal ben di dio – per la finanza usuraia – è senz’altro degno di essere tutelato in tutti i modi.
Bando quindi ad epiteti confessionali (sodomiti) e ad appellativi rozzi ed incivili (invertiti). Espunti radicalmente dall'uso comune e talvolta penalmente sanzionati, sono i termini derisori dialettali (culattoni, froci). Sola denominazione eroticamente corretta ammessa nei consessi illuminati è la parola gay che dà all’immondo disordine una patente di spensieratezza.

Tutto questo non bastava.
Tutta l’impalcatura invertita regge ed è difesa grazie al collaudato stratagemma ideologico che fa passare l’oppositore come un alienato, da TSO [12].

Ed ecco, coniata dal nulla, sorgere la parola omofobia, un trucco che mira a presentare come un mostro di meschinità, chiusura e bigottismo chi osa stigmatizzare l’ideologia omo-gender.

La macchina mediatico-culturale espone di continuo alla pubblica esecrazione colui che si rifiuta di considerare l’omoerotismo equivalente alla sessualità fra uomo e donna. Con un neologismo involontariamente comico[13] si è operato un capovolgimento della realtà presentando la pratica omosessuale come un’opzione tra le altre.

Parimente, è considerato odiatore degli invertiti e quindi malato di omofobia chi osa sostenere che un bambino debba avere un padre e una madre, chi non accetta il matrimonio omosessuale o la pratica della fecondazione artificiale per le lesbiche, dell’adozione o dell’utero in affitto per i gay, chi si oppone all’ideologia gender, specie se insegnata nelle scuole, chi si azzarda a chiedere ad un bimbo notizie sul babbo e la mamma. Seminando odio e paura tra la gente, l’omofobo è diventato uno dei nemici da combattere, un parente del fascista.

È stato così preparato il terreno per il passaggio dalla esecrazione per l’offesa e dal trattamento per disturbo sanitario alla configurazione di un nuovo reato e relativa sanzione lavorativa e legislativa [14]. Essere tacciati di omofobia oggi e nelle aziende può costare il posto, domani potrebbe aprire le porte del carcere.

In modo analogo il gender viene per ora difeso con lo slogan bisogna abbattere gli stereotipi di genere.

Similmente chi continua a sostenere la specificità umana è dipinto un persona affetta dallo specismo (specie di fascismo zoologico, uno dei tanti demoni dell’immaginario sinistro), cui si deve opporre l’antispecismo – una deriva dell’ideologia animalista – che sostiene vi sia un’evidente eguaglianza tra essere umano e animale: una negazione delle differenze ontologiche tra le specie, che abbassa l’uomo al livello dell’animale.

Il tempo lavora contro di noi: se rimaniamo inerti e lasciamo passare concetti fasulli come omofobia, gender e simili, ben presto non potremo più difendere il vivere naturale, il retto sentire e la nostra stessa Santa Religione.

parole deformate

Con la parodia istituzionalizzata delle nozze gay, il matrimonio e è diventato pressoché indistinguibile da altre fattispecie associative, purché fondate su un legame affettivo qualsivoglia.

Al posto della vera famiglia si è accreditata l’idea che qualunque unione, con dei bambini procurati in qualunque maniera, sia senz’altro una famiglia: per consentire l’accettazione delle nuove convivenze legalizzate, la parola ha perso il suo significato originario e viene ormai declinata al plurale, a giustificazione di ogni diversità e capriccio.

In un contesto insensatamente in guerra contro ciò che è natura, richiamarsi alla legge di natura viene dapprima schedato come un obbrobrio, poi indicato come una follia ed infine punito come reato.

La speranza, da virtù teologale che era, oggi esprime piuttosto una acritica fiducia nelle alchimie di una scienza che non conosce limiti (fecondazione artificiale eterologa, clonazione umana, protocolli eutanasici, ecc.)

parole bandite

Per il radicalismo la normalità è un’astrazione: ciascuno è portatore di una sua specificità, di una sua identità, unica e irripetibile, quindi è assurdo voler stabilire che cosa sia la normalità.

Le relazioni adulterine sono declassate a gioco di coppia, a storie che si sono “avute”.

L’antico mestiere di puttana, prostituta è stato sostituito da un nuovo professionismo, quello delle escort.

La perversione è stata promossa ad orientamento sessuale, ad una gamma di pratiche gioiose che può comprendere feticismo, zoofilia/bestialità, necrofilia e pedofilia.

parole eroticamente corrette

L’eroticamente corretto è quanto di meno erotico e di più medical-sanitario si possa immaginare: la lussuria è declassata a desiderio, la libidine a una forma d’amore, l’accoppiamento a fare sesso.

In tal contesto non c’è evidentemente posto per concetti come pudore, virtù, vizio.

Il ritorno della gnosi

Posto che la creatura è fatta a immagine e somiglianza di Dio la negazione dell’identità sessuale è un elemento qualificante della gnosi.

È infatti convinzione degli gnostici più antichi e dei Catari che il creato sia stato prodotto da un dio malvagio, quindi imperfetto e da correggere.

Per i sedicenti illuminati e i loro seguaci, fino al radicalismo massonico attuale, la procreazione, in quanto perpetuatrice della specie umana, è considerata un male. Astensione dall’accoppiamento, contraccezione, eliminazione del nascituro sono i tre modi dello gnostico per fermare il ciclo delle nascite.

Anche la divisione dei sessi è vista come una caduta che andrebbe annullata mediante il ripristino della perfetta unità androgina originaria: è la versione esoterica dell’ideologia gender.

conclusione

L’ideologia radicale si è resa colpevole di promuovere prima il divorzio, poi la contraccezione, infine l’aborto dei nascituri e l’eutanasia. La depenalizzazione della tossicodipendenza e la liberalizzazione della droga sono altre battaglie di civiltà condotte dai radicali.

I popoli che si lasciano catturare da questi seminatori di disordine, distruzione e morte si incamminano sulla strada dell’estinzione e quindi della sottomissione (ad altre etnie, nazioni, unioni di Stati, ecc.)..

Chiesa

Il fatto nuovo concerne la gerarchia cattolica: da argine che era, si è resa complice della deriva gnostico-massonica, facendo propria l’ideologia omosessualista.

Amico di Pannella, Bergoglio ad aprile 2014 gli telefona dicendogli “coraggio, le sarò accanto nella sua battaglia”, esortandolo ad “andare avanti”.

Anche alla Bonino, rea di infanticidio plurimo, non fece mancare l’esortazione a resistere alla malattia, né l’augurio di riprendere il proprio lavoro.

L’8 febbraio 2016 l’uomo del Vaticano accomuna con pubblico encomio Emma Bonino e Giorgio Napolitano quali grandi italiani di oggi da non dimenticare[15].

Il Grande Liquidatore si è circondato di collaboratori appartenenti alla setta omofila, fra i quali spiccano Mons. Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita e Gran Cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II [16] e Monsignor Ricca, direttore di alcune case di riposo per il clero esistenti a Roma, fra le quali la Domus Sanctae Martae, quella dove Bergoglio si è stabilito. Su di loro v. nota [17].

Il Grande Liquidatore appoggia sfacciatamente l’omoerotismo (da lui definito peccato di gioventù) e si prodiga per derubricarlo da peccato contro natura a una pratica umana normalissima da accompagnare ed accettare. Durante il suo mandato ha ripetutamente ricevuto in udienza concubini omo e transessuali.
Devastante il 28 luglio 2013 la sua auto-interrogazione: Chi sono io per giudicare?, cui hanno fatto eco le dichiarazioni di altri esponenti del clero[18]. Durante lo stesso viaggio aereo ha sdoganato la pedofilia: l’abuso di minori […] è un delitto, non è un peccato.
In questi 5 anni ha più volte mostrato indulgenza verso preti e vescovi pervertiti. Altri presuli lo hanno subito seguito[19].

A questo punto dobbiamo chiederci di quale squadra faccia parte l’uomo biancovestito.

Vincenzo Bonanno, della Gran Loggia di rito scozzese di Abruzzo Molise, lo ritiene della sua parte: “in virtù del suo messaggio dell’universalità del Creatore ‘urbi et orbi’ , unico e comune per tutti gli esseri viventi, al di sopra delle religioni, che è anche un principio cardine della Massoneria, Papa Francesco potrebbe essere il suo capo ideale”[20].

 


Oreste Sartore

 

NOTE

[1] Mons. Alessandro Maggiolini, Fine della nostra Cristianità, Milano 2001

[2] Mons. Luigi Negri, prefazione del libro di Lorenzo Bertocchi, Dio & famiglia. Analisi di una dissoluzione, Verona 2012

[3] Ipocritamente l’atto parlamentare che legalizza l’aborto si intitola legge per la tutela della maternità e si apre con una dichiarazione solenne in favore del diritto alla vita

[4] Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato dagli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro"

[5] Si è diffuso l’acronimo IVG, asettico e burocratico, che espunge ogni idea di violenza

[6] In un film americano un ginecologo si autodefiniva “un medico che aiuta le donne a liberarsi dai bebé indesiderati”

[7] È il vietato vietare sessantottesco che continua la sua azione. Da notare che il dialogo, l’accompagnamento e il riconoscimento di ciò che esiste sono principi anche della neo-chiesa bergogliana

[8] Obama considerò le nozze omosessuali “un diritto umano fondamentale”

[9] I DI.CO., «DIritti dei COnviventi», escogitati nel 2007 dalla pasionaria cattolica Rosi Bindi, avevano preparato il terreno legalizzando la precarietà

[10] Per le femministe "le distinzioni di genere sono del tutto arbitrarie e possono essere abolite o costruite in qualsiasi modo, a seconda delle convenzioni sociali, dei pregiudizi e dello scopo ideologico"

[11] New York, sempre all’avanguardia, sulla carta d'identità dei neonati fa apporre "X" ad indicare il sesso

[12] L’ideologia ha da la capacità di scoprire sempre nuove malattie: quelle che corrispondono a idee diverse rispetto ai dettami dei capi

[13] omofobia significa paura dell’uguale. Serve a minacciare la gente, seminando odio e paura. È uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri.

[14] Eventuali azioni violente, in caso, vanno punite non con leggi speciali ma in forza della legge comune vigente

[15] Giorgio Napolitano, il comunista amato dagli USA, nel 1956 applaudì i massacri dell’Armata Rossa in Ungheria e firmò, col Comitato PCI, per la condanna a morte di tre patrioti, nel 2009 condannò a morte Eluana Englaro respingendo il decreto pro-vita presentatogli dal Governo Berlusconi

[16] Mons. Paglia ha distrutto le due istituzioni, introducendovi dei partigiani dell’eutanasia e dell’aborto

[17] Mons. Paglia diede l’incarico all’artista gay argentino Ricardo Cinalli di dipingere un sacrilego affresco per la Cattedrale di Terni.
Ammiratore di Pannella, nel panegirico funebre lo ha dipinto come un uomo spirituale “ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, ma per questo nostro mondo, che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come lui…”, terminando con l’implorazione “lo spirito di Marco ci aiuti a vivere in quella stessa direzione”.

[18] Il gesuita James Martin, nominato consultore del Segretariato per le Comunicazioni, è un attivista della causa degl'invertiti e sostenitore del concubinato omosessuale; l’arcivescovo di Amburgo Stefan Hesse è fautore di una riclassificazione teologica dell’omosessualità; il Cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, è favorevole alla comunione per coppie omosessuali maritate

[19] Il cardinale Oscar Andres Rodríguez Maradiaga, arcivescovo honduregno e salesiano, ha ridotto gli atti compiuti dal cardinale pederasta McCarrick a qualcosa di ordine privato, una faccenda amministrativa, col pretesto che sono stati commessi su adolescenti e non su minori; li ha anche qualificati come mancanze veniali in ragione di una presunta assenza di penetrazione.

Anche il vescovo di Pontoise, Stanislas Lalanne, si è allineato alle posizioni papali. Dopo che in agosto l’Assemblea Nazionale aveva “liberato” le relazioni sessuali tra consenzienti senza porre alcun limite di età, il Lalanne se ne è uscito con questa frase: non saprei dire se la pedofilia è un peccato.
Meglio per entrambi rileggere e meditare Mt, 18,6.

[20] Abruzzoweb, 22 ottobre 2018