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Chiesa cattolica. E' ufficiale: l'apostasia ha infettato la maggior parte del clero. Cosa fare per rimanere cattolici?

 

"Discorsi o idee intelligenti si possono esporre soltanto a una società intelligente; nella comune invece, riescono odiosi poiché per piacere a questa è assolutamente necessario essere superficiali e di cervello limitato". Queste le parole del noto filosofo Arthur Schopenhauer, parole che risuonano oggi quantomai attuali. Nel vedere come va il mondo, nel costatare cosa sia diventata la società che viviamo, nel prendere atto di cosa si è costretti ad udire persino da uomini di Chiesa... ebbene, si sente forte il desiderio di tacere, consapevoli che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire; e magari cercare un angolino sulla faccia della terra per estraniarsi da un mondo in rovina, pregando che il Buon Dio ritardi il colpo di grazia che ha da venire e che arriverà. Tuttavia sappiamo anche che chi si professa cattolico non abbia che un solo modo possibile di vivere: e cioè testimoniare la Verità. È il suo dovere, il suo compito, costi quel che costi.

Il cristiano è colui che sa perfettamente lo scopo della sua vita. L'uomo non è stato creato che per questo: conoscere e amare (adorare) Dio. Ed essere suoi testimoni, tenendo sempre presente (e combattendo) le nostre pochezze e indegnità. Pascal scriveva: “Esistono due categorie di persone: i giusti che si credono peccatori, e i peccatori che si ritengono giusti”. Parole sante, a maggior ragione in questi tempi in cui le colonne su cui poggia il cattolicesimo, la liturgia e la dottrina, sono scosse fin alle fondamenta. Sconcerta l'animo e grava il cuore di una tristezza profonda il fatto che quegli scossoni sono attuati anche e soprattutto da un clero che si dice cattolico a parole ma che nei fatti ha deciso di percorrere (e condurre con sé chi ve ne cade vittima) quella strada larga [1] citata nel Vangelo che è diametralmente opposta a quella indicata da Nostro Signore.

Oramai non si riconosce e non si combatte più il peccato, ma si viene a patti con esso, lo si abbraccia e legalizza persino, lasciando che la Misericordia di Dio faccia il resto. Le parole di Cristo “Vai e non peccare più” sono superflue: così gli ecclesiastici vogliono farci intendere che basta vivere come ci pare perché, in fondo, tutto verrà perdonato... e con una serie di discorsi fumosi e giochetti pastorali di prestigio intendono cambiare le carte in tavola.

In realtà, ciò si chiama apostasia, ossia la fede che viene smarrita, anche soffocata, oppure, non più coltivata, non più protetta... per lasciar posto alla religione dell'uomo: le sue voglie, il suo orgoglioso desiderio di vivere da sé, senza un Dio che lo importuni e che gli chieda conto delle proprie azioni, del proprio essere. Pertanto appare ovvio che seguire sacerdoti e religiosi che hanno tradito Cristo significa fare la loro stessa fine: il traditore che baciò Gesù (e che dunque faceva parte dei dodici apostoli!) non si è forse impiccato disperato? Lontani dal Signore che futuro ci può essere? Pochi sono quei sacerdoti che non fanno ormai parte del clero di Giuda. Occorre aprire gli occhi finché c'è tempo, come ha sottolineato il card. Robert Sarah: “Il problema non è che ci sono pochi preti, quanto capire se quei preti sono davvero sacerdoti di Cristo”.

Se infatti non si è con Cristo si passa dalla parte di chi è antiCristo, tertium non datur, non esiste altra posizione, come sta scritto: “Chi non è con me è contro di me” [2] ha chiarito senza equivoci Gesù. Ed oggi, centrava il punto don Gianni Baget Bozzo - “ciò che distingue l'Anticristo dall'Avversario che aggredisce la Chiesa dal di fuori è il suo nemico interno. L'Anticristo è eresia cristiana. La Chiesa s'è sempre difesa da lui recidendolo dalle proprie file. Con l'anatema agli eretici. Ma oggi? Oggi la Chiesa non sa più condannare. A partire dal Concilio Vaticano II, non separa più con nettezza eresia e ortodossia. Tutto diventa ambiguo, reinterpretabile, mercato degli inganni. E questa terra di nessuno è la terra dell'Anticristo”.

È proprio così: viviamo nel mercato degli inganni, dove anche le parole e i concetti sono stati contaminati e nascondono un'ipocrisia di fondo brutale e carica di odio. Così chi vuole essere fedele a ciò che la Chiesa ha sempre detto, insegnato e custodito, viene bollato come ultra-tradizionalista dove quell' -ultra- dice più di mille parole: chi si sforza di essere cattolico è per forza di cose un integralista agli occhi dei “fedeli evoluti”; in quanto tale, mal tollerato da un mondo tutto dedito a soppiantare la propria spiritualità con un sentimentalismo che ha il solo scopo di mascherare la propria inconsistenza umana e pochezza interiore. Un mondo che si sente giudicato da chi intende vivere secondo verità e non secondo follia. Sant'Antonio abate profetizzava: “Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno, e al vedere uno che non sia pazzo, gli si avventeranno contro dicendo: tu sei pazzo! A motivo della sua dissomiglianza da loro”.

Il punto dolens è che tale pazzia si è diffusa anche nella Chiesa, contagiando un numero inverosimile di sacerdoti, da quelli di parrocchia fino alle più alte autorità vaticane. Si assiste perciò ad una serie di documenti, esortazioni, discorsi, atteggiamenti, in chiaro contrasto con quanto la Chiesa ha sempre insegnato: è la pastorale del Vaticano II, una peste demoniaca che ha il reale scopo di sconquassare la dottrina e distruggere la Chiesa, come il cancro maligno devasta tutti i tessuti interni del corpo in cui si è insediato. Ci si trova così in un dilemma: si è sempre creduto nel profondo del cuore che il Papa e i suoi vescovi, assistiti dallo Spirito Santo, non possano errare, ma è gioco forza constatare che per restare cattolici spesso non si può seguire quanto essi dicono, scrivono, indicano.

Per la salvezza della propria anima quindi, non si deve avere timore di trarre delle conclusioni, come a suo tempo fece mons. Lefebvre, vero apostolo di Cristo (e per questo perseguitato dal clero modernista che ha occupato la Chiesa): “Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità. Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite. Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento naturalista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa. Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli. "Se avvenisse - dice San Paolo - che noi stessi o un Angelo venuto dal cielo vi insegnasse altra cosa da quanto io vi ho insegnato, che sia anatema" (Gal. 1,8)”. 

Dunque, ci è stata data la soluzione. In questo modo saremo certi di non tradire la Chiesa e di trovare in Essa gli anticorpi per preservarci dagli errori e orrori perpetrati da quei sacerdoti e religiosi (fossero anche papi e vescovi) che, abusando dell'autorità a loro affidata, si sono fatti lupi travestiti da agnelli.

 

Stefano Arnoldi

 

[1] Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entran per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano (Matteo 7,13-14)

[2] Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. (Matteo 12, 30)