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Ecco il volto della chiesa bergogliana: il caso del vescovo di Padova

Si chiama monsignor Cipolla e perciò fa piangere. Le lacrime, infatti, sgorgano inevitabili ascoltando il vescovo di Padova parlare del presepe. Dice semplicemente: «Rinunciamoci». Proprio così: «Rinunciamoci». Mentre l’Italia si batte per difendere le proprie tradizioni, mentre i cittadini si stringono attorno alla mangiatoia di Gesù Bambino e persino molti non credenti riscoprono il valore di quella capanna che fa parte della nostra storia, ancor prima che della nostra fede, il monsignore di fresca nomina si prende il lusso di buttare tutto a mare. La capanna, la mangiatoia, San Giuseppe, Maria, il Bambinello. Tutti insieme in pattumiera per «salvare la fraternità, la pace e l’amicizia». Dal che si desume che ricordare la nascita di Gesù sarebbe un pericoloso attentato alla fraternità, alla pace e all’amicizia. Parola di vescovo, per quanto Cipolla.

Ha detto proprio così, il prelato prescelto da Papa Francesco. E lo ha ribadito perché fosse chiaro. «Per mantenerci nella pace, nella tranquillità e nelle relazioni fraterne io non avrei alcun problema a fare un passo indietro su tante nostre tradizioni».
Testuale. Avanti, allora, che aspettate? Mettete Gesù in cantina, nascondete i Re Magi, fate sparire pastorelli e la stella cometa: quello che conta, per un cristiano, è la «relazione fraterna» con l’imam, inginocchiarsi davanti ai predicatori di Corano e soprattutto difendere la tranquillità, come piace al vescovo.
Del resto non è questo il messaggio di nostro Signore? Andate e predicate la tranquillità. Soprattutto non disturbate i fedeli di Maometto con questa storia del Vangelo, il Battesimo, la Cresima, la Comunione, il segno della croce, Pater Nostro e Ave Maria. Tutta roba di cui vergognarsi, si capisce. Bisogna «fare un passo indietro» per non irritarli troppo. Scusate se siamo nati cristiani. Non lo faremo più.

Il fatto che a dirlo sia un vescovo è assai confortante, non vi pare? Adesso ci aspettiamo il prossimo messaggio di monsignor Cipolla: evitate di celebrare il Natale, potrebbe infastidire il muezzin. Non suonate le campane, che disturbano la recita delle sure. Le processioni? Vietate. I crocifissi? Nascosti. Le chiese? Abbandonate. Anche questa basilica del Santo, per dire, deve stare proprio lì, a Padova, con tutta quella evidenza? Non sarà che qualche islamico barbuto se ne avrà male? [...].


L'articolo di Mario Giordano mette in evidenza una triste realtà: quella di una Chiesa cattolica occupata da codardi e indegni sacerdoti che evidentemente sono stati posti dove sono per perseguire un obiettivo ben preciso: radere al suolo tutto ciò che è cattolico, distruggere quella preziosa ed essenziale eredità che ci ha lasciato Gesù Cristo: il Suo insegnamento riguardante la vita, la nostra vita, per poter raggiungere l'eternità del Paradiso.

Basta rileggere gli Atti degli Apostoli per trovare cosa significhi testimoniare Gesù Cristo, basta pensare al martirio dinanzi al quale gli Apostoli (e tanti santi) non sono fuggiti pur di non rinunciare a proclamare la Verità. Il coraggio della Fede: ecco il loro "segreto". Ciò che manca alla quasi totalità dei prelati di oggi: loro hanno scelto la "misericordia bergogliana" e le derive sedevaticansecondiste, con il risultato che è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere. Mons. Cipolla ne è un tipico e davvero triste esempio.

Preghiamo per la conversione di questi falsi pastori.

La Redazione